Assegnisti di ricerca, docenti a contratto, dottorandi, collaboratori coordinati e continuativi di scuole, accademie e conservatori esclusi dall’Una Tantum.
Venerdì 14 marzo 2013 l’INPS ha diramato la circolare n. 38 con cui chiarisce che non è previsto nessun sostegno al reddito nelle fasi di non lavoro per assegnisti di ricerca e dottorandi e per tutti i collaboratori coordinati e continuati che operano nel Pubblico, esclusi persino dalla fruizione della così detta Una Tantum.
Neppure tale strumento, pensato in via residuale per i collaboratori, come noto esclusi dall’ASpI, si rivolge a tutta la platea di chi lavora con contratti di collaborazione. Requisiti di accesso molto restrittivi, ma soprattutto l’incomprensibile esclusione dei collaboratori del pubblico rendono anche questo uno strumento escludente. Particolarmente colpito il mondo della conoscenza. Ancora una volta rimane escluso chi ha un assegno di ricerca all’Università, chi lavora con docenze a contratto, chi ha un dottorato con borsa di studio, le tante e i tanti che hanno collaborazioni coordinate e continuative nelle scuole, nelle accademie e nei conservatori.
Che fine fanno, quindi, questi soggetti quando scade il contratto? Il Welfare pubblico se ne disinteressa e appalta la loro protezione a una forma di welfare privato: la famiglia d’origine, l’unico vero ammortizzatore sociale disponibile per molti di coloro che lavorano con contratti precari.
Niente di nuovo, in realtà. La circolare INPS non fa che confermare quanto sappiamo da tempo. Il sostegno al reddito nelle fasi di disoccupazione non è mai stato previsto per i più precari tra i precari: i collaboratori. I ripetuti proclami del Ministro Fornero in fase di estensione della “riforma” del Lavoro, però, avevano acceso molte speranze tra i lavoratori discontinui, tradendole, poi, con l’effettivo testo di legge.
“Estendere a tutti le protezioni sociali” e “combattere la precarietà” sembravano gli imperativi del Governo dei tecnici che con queste argomentazioni giustifica la compressione dei diritti dei lavoratori standard. “Togliere ai padri per dare ai figli” è stato il leit motiv di una retorica non solo feroce, ma anche truccata: si è tolto ai padri senza dare ai figli.
La “riforma” del lavoro, infatti, nonostante le dichiarazioni altisonanti, ha confermato l’esclusione di tutti coloro che versano alla gestione separata dell’INPS (co.co.co, collaboratori a progetto e occasionali, partite IVA, assegnisti, dottorandi, ecc) dall’ASpI e dalla Mini ASpI e oggi viene confermata l’esclusione di buona parte di loro anche dalla Una tantum.
La FLC CGIL chiede un intervento immediato per un welfare universale ed inclusivo che riconosca una protezione a tutte e tutti coloro che lavorano con contratti temporanei, a chi cerca lavoro, a chi non lo trova. E’ irrimandabile una riforma degli ammortizzatori sociali che estenda il sostegno al reddito, diritti e tutele a chi ha contratti precari. Per questo la FLC CGIL, da sempre impegnata a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori precari, nei