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Concorso a preside, indagato il provveditore di Caserta

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I militari hanno acquisito documentazione che ora sarà vagliata dalla magistratura e, naturalmente, si tratta di un’indagine che sta entrando ora nel vivo e per la quale non ci sono ancora profili di responsabilità accertati. Nel frattempo però il dirigente scolastico regionale non ha rinnovato l’incarico al provveditore di Caserta Piscitelli ed ha temporaneamente attribuito la sede all’attuale provveditore di Avellino, Rosa Grano.
Le irregolarità che hanno finora portato il Tar Campania, nella seduta del 6 febbraio scorso, a sospendere il concorso per dirigenti scolastici erano state sollevate anche e soprattutto da alcuni candidati casertani e si riferivano alle incompatibilità per alcuni componenti della commissione esaminatrice.
In particolare nelle denunce si riferiva di un componente che risultava dirigente scolastico referente di un sindacato; un altro aveva fatto parte del comitato scientifico ed era stato docente di un corso di preparazione al concorso; un altro componente della commissione aveva svolto un master di preparazione al concorso e tra i partecipanti al master, ad esempio, c’erano nove candidati che avevano superato il concorso. Ma queste sarebbero solo alcune delle denunce che, insieme a molte altre, avrebbero anche profili penali e su queste, con riferimento alla dirigenza del provveditorato di Caserta, sta indagando la Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla Procura partenopea.
Sul provveditorato di Caserta, del resto, sono da mesi in corso altre inchieste che non riguardano ipotesi di responsabilità dei vertici ma di docenti e dipendenti dello stesso. Nel primo caso un’inchiesta riguarda una trentina di docenti tra componenti e presidenti di commissioni d’esami che avrebbero dichiarato il falso nelle domande. Nel secondo caso è ormai giunta a conclusione un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere per assenteismo nei confronti di un gran numero di dipendenti del Provveditorato.
Cartellini timbrati da colleghi per coprire assenze ingiustificate, ritardi a iosa e, cosa incredibile, senza che nessuno notasse nulla tra coloro che all’interno dello stesso Ufficio scolastico avrebbero dovuto controllare. Alla fine sono stati indagati 56 dipendenti su un organico complessivo di 100 dipendenti. Il motivo è sempre lo stesso: assenteismo. I reati contestati non sono di poco conto e vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato al falso in atto pubblico. L’inchiesta era partita da alcune segnalazioni effettuate da utenti dell’Ufficio scolastico provinciale e si era avvalsa della collaborazione interna dei responsabili dei vari settori.

 

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