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Catania ha il nuovo rettore. Un plebiscito per Giacomo Pignataro

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Se i catanesi guardano al di là del proprio naso, vedono un Paese senza più certezze, senza un governo politico e senza una coalizione che possa aspirare a formarlo contando su numeri certi; se guardano in casa propria, vedono un Comune sull’orlo del baratro guidato da un sindaco in scadenza e una Provincia senza guida, commissariata, che attende il voto di maggio per ridarsi un assetto politico.Ma in questo quadro poco confortante, da ieri sera i catanesi almeno una certezza ce l’hanno: un’istituzione antica e prestigiosa qual è l’Università, infatti, ha il suo nuovo rettore nella persona del prof. Giacomo Pignataro. E non è cosa da poco esserci arrivati al secondo turno di votazioni, quando serviva ancora la maggioranza assoluta dei voti per l’elezione (cioè 847), con un vero e proprio plebiscito. L’Ateneo ha dato una grande prova di forza e di responsabilità, col ritiro ufficioso degli altri candidati a rettore dopo la bella affermazione al primo turno di Pignataro. Un passo indietro che si auspica sia il segno di una ritrovata unità.Dunque, le urne non hanno riservato sorprese consegnando, alle 21,20, il titolo di “Magnifico” a quello che era rimasto l’unico candidato in corsa per la poltrona più alta dell’Ateneo. L’affluenza ai seggi ha subito un lieve calo rispetto al primo turno di votazioni: ha votato l’86,77% di docenti e studenti (1.344 su 1.549 aventi diritto) contro il 92,51%, pari a 1.433 votanti, del primo turno, e l’85,04% del personale tecnico-amministrativo (1.069 votanti su 1.257 aventi diritto) contro l’86,95% di giovedì scorso, pari a 1.093 votanti. La Commissione elettorale, presieduta dal decano, prof. Mario Marino, ha dato inizio allo spoglio intorno alle 19,30 e, in meno di due ore, ha prima scrutinato le schede dei docenti e degli studenti, successivamente quelle del personale tecnico-amministrativo. Ma è stato già durante lo spoglio delle prime che il quorum è stato superato dal prof. Pignataro. E, quando il conteggio era già arrivato, a favore del nuovo rettore, a 840, da parte dei presenti che gremivano l’aula magna del Palazzo centrale è partito il count down, concluso con un lungo applauso quando il decano ha pronunciato il nome Pignataro per la 847ª volta. Lo spoglio è proseguito in maniera ordinata fino alla proclamazione ufficiale, interrotto solo da un altro lungo applauso e da una standing ovation nel momento in cui nell’aula magna s’è materializzato Giacomo Pignataro, visibilmente commosso ed emozionato. Il nuovo rettore è rimasto tuttavia fuori dall’aula magna, «per non disturbare le procedure», dove ha continuato a ricevere abbracci e strette di mano da tantissimi colleghi che non hanno voluto mancare a quest’occasione. «Proporrò un progetto di cambiamento e di rinnovamento – ha detto Pignataro – con l’obiettivo di costruire un’Università in linea con i migliori standard internazionali attraverso una strategia di sviluppo che accresca la qualità della didattica, della ricerca e dei servizi che offriamo ai nostri studenti e ci collochi nel segmento alto del sistema universitario. Solo così si potrà dare vero valore ai titoli di studio che rilasciamo ai nostri studenti».
Pignataro sa bene che Catania e la sua Università possono avere un ruolo centrale nel Mediterraneo e pensa «a una “piattaforma” culturale e scientifica verso i Paesi emergenti e in crescita che contribuisca, attraverso progetti formativi e scientifici comuni e la mobilità degli studenti, alla diffusione nel mercato mediterraneo del know-how scientifico, tecnologico e culturale del nostro ateneo,
nonché delle imprese e delle istituzioni del nostro territorio». Per il nuovo rettore – il cui insediamento è previsto il 1° di novembre – la qualificazione della didattica richiede «una programmazione dell’offerta formativa dei Dipartimenti, che corrisponda a un progetto formativo coerente con i requisiti di accreditamento e valutazione, ma anche con ulteriori criteri che possano garantire all’Ateneo un miglioramento della capacità di attrazione degli studenti e un posizionamento competitivo nell’offerta formativa del sistema universitario»
di VITTORIO ROMANO
da La Sicilia

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