Ancora una volta la scuola siciliana si sconvolge nel suo assetto organizzativo e molti dei cambiamenti effettuati non rispondono alla logica di un reale ed intelligente “razionalizzazione” ma ad una semplice operazione numerica che dura quanto il soffio di una stagione. Alcune operazione di aggregazioni di plessi e di scuole erano già nel programma del precedente dimensionamento e la pervicacia autonomista ha rallentato l’operazione aggravando la situazione con un anno di formale e poco produttiva reggenza.
Si auspica che le nuove aggregazioni siano efficaci e, leggendo il nuovo piano scolastico della città di Catania se non si comprende come la terza scuola di San Cristoforo, l’Istituto Doria, un tempo di fronte alla scuola Battisti sia stata aggregato non alle scuole del quartiere, bensì all’Istituto Dusmet di Librino che nell’ambito delle scuole della “città satellite” era rimasto povero di alunni.
La fusione degli Istituti Fermi ed Eredia erano già nel progetto originario e rispondono ad una logica di fusione tra istituti professionali.
Giuseppe Adernò
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