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Concorsone, commissari in fuga “Pagati troppo poco”

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I compensi attuali ridotti a un terzo di quelli di tredici anni fa.

di Alessia Camplone – Il Messaggero – 5 febbraio 2013

ROMA – Commissari low cost. La tempesta di tagli che si è abbattuta con la legge di stabilità varata dal governo Monti non risparmia anche quello che ormai tutti chiamano il concorsone, il concorso per aspiranti docenti che a dicembre ha coinvolto circa 321mila candidati. Ne sono rimasti in campo poco più di 88mila che dall’11 al 21 febbraio prossimi dovranno affrontare la prova scritta dopo aver superato quella preselettiva. Ma il ministero dell’Istruzione fatica a trovare i commissari.

50 CENTESIMI A COMPITO
Cinquanta centesimi per ogni compito corretto (una correzione può impegnare anche per un’ora di lavoro) e interrogazione fatta non possono far certo gola nemmeno in tempo di crisi. Cinquanta centesimi a compito e interrogazione che si aggiungono al compenso forfettario di 209 euro lordi, che arrivano fino a 250 per i presidenti di commissione. Tutto qui: un compenso mini che sta facendo storcere la bocca a tanti commissari in pectore, che ora vedono questa possibilità non più come un’opportunità di prestigio per arrotondare lo stipendio.
Il concorso voluto dal ministro Francesco Profumo per assumere 11.542 nuovi prof che fino ad ora era riuscito a superare tutti gli ostacoli organizzativi, comprese le prove preselettive, per la prima volta in un concorso fatte tutte al computer con sistema informatico, rischia ora di incepparsi. Perché non si trova un numero sufficiente di dirigenti scolastici, docenti universitari e insegnanti di scuola disposti a selezionare i candidati. Il motivo, non dichiarato ma facilmente intuibile, è proprio nell’esiguità dei compensi che possono arrivare al massimo a 2.051,70 euro lordi (netti circa 1.200) che per i commissari prevedono la correzione di più compiti scritti per candidato, e circa 2.500 euro per i presidenti (sempre lordi). Ben altri massimi erano previsti quando i compensi erano in lire, dove si poteva arrivare anche a cifre teoriche di 13.520.000 per 208 sedute di lavoro. E il ministero, vista la penuria di volontari, ha preso le sue contromisure. Dopo che erano stati già riaperti i termini per la presentazione delle candidature fino al 31 gennaio scorso, un decreto dello stesso ministro Profumo ha indicato ai direttori scolastici degli uffici regionali di procedere direttamente alla nomina dei commissari «assicurando la partecipazione alle commissioni giudicatrici di esperti di comprovata esperienza nelle materie del concorso».

NUOVI REQUISITI
Il decreto pubblicato ieri sul sito del ministero ammorbidisce anche alcuni requisiti di solito richiesti per gli aspiranti commissari, come master e dottorati. In molte regioni sono ancora tante le commissioni incomplete. Nel Lazio, un avviso dell’Ufficio scolastico regionale segnalava a fine gennaio la mancanza del presidente per la commissione della scuola dell’infanzia e per altre nove classi ci concorso. Carenze nelle commissioni della scuola materna anche in Lombardia. Dove però mancano pure commissari per l’educazione fisica, tecnologia e per altre classi di concorso. Commissioni in alto mare anche in Abruzzo, Sicilia, e Marche. Tanto per fare alcuni esempi.
E in base al numero di presenti alle prove scritte, sarà necessario integrare le commissioni costituite da un presidente e da due commissari per ogni classe di concorso o ambito disciplinare con delle sottocommissioni, una per ogni frazione di 500 candidati oltre i primi 500. Quindi, se i candidati saranno 1.600, le sottocommissioni che si dovranno formare oltre quella principale saranno tre. E per loro, chissà per quale ragione, il compenso è ridotto della metà.

Alessia Camplone

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