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Concorso senza trasparenza: in lombarda esclusi più di 1200 candidati, e in Sicilia? E nelle altre regioni?

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L’Italia continua ad essere il paese della totale assenza di trasparenza, in cui le procedure di un Concorso pubblico su scala nazionale vengono affrontate con modalità diverse da regione a regione.
In un nostro precedente comunicato avevamo evidenziato i dubbi in relazione alla totale assenza in Sicilia(ma sembra che la pratica accomuni tante altre regioni italiane tranne la Lombardia)di controlli da parte dell’ Ufficio Scolastico Regionale(in Sicilia più di diecimila partecipanti alla prova scritta)in relazione ai titoli di accesso dei vincitori della prova preselettiva. Abbiamo chiesto all’Usr Sicilia e al Miur, senza ricevere risposta, quanto fosse trasparente ammettere alla prova scritta aspiranti senza alcun controllo sui titoli, nascondendosi “pilatescamente” dietro la formula: “in qualsiasi momento della prova concorsuale si potrà intervenire con l’esclusione dei concorrenti”.
Immaginate il caos qualora, per una o più classi di concorso, gli ammessi alla prova orale o addirittura i vincitori del concorso (nel caso in cui i titoli venissero controllati dopo le due prove) risultassero in difetto rispetto ai titoli di accesso?
I nostri dubbi sull’assenza di trasparenza sono stati confermati dall’’Usr Lombardia che ha pubblicato in data 28 gennaio gli elenchi “dei candidati non ammessi a sostenere la prova scritta per mancanza dei requisiti di cui all’art. 2 del D.D.G. 24 settembre 2012, n. 82”. Più di 1200 in Lombardia i non ammessi alla prova concorsuale, un numero rilevante che dovrebbe spingere il Miur e gli Usr regionali a procedere immediatamente ai controlli.
Continueremo a denunciare tutte le irregolarità di questo concorso, che mai sarebbe dovuto partire, che rappresenta un’umiliazione per le migliaia di precari inseriti in graduatoria ad esaurimento che dopo anni di servizio nella scuola pubblica attendevano l’immissione in ruolo e che invece sono stati costretti da un Ministro “abusivo”, di un governo non eletto democraticamente, a partecipare ad una grande “farsa” che specula sulle attese ed i diritti di migliaia di precari e delle loro famiglie.

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