Dalla Sicilia parte la protesta di centinaia di precari della scuola costretti a partecipare ad un concorso dozzinale e superficiale che, contrariamente alle “roboanti” dichiarazioni di efficienza da parte del Ministro, è un salto nell’inefficienza più totale.
Centinaia di chiamate arrivate al nostro sindacato dagli “aspiranti docenti” (la maggior parte già docenti precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento) in cui si contestano le modalità scandalose con cui ci stiamo avvicinando alla prova scritta, sia dal punto della “tecnicità” di un bando che non dissolve i dubbi sui contenuti delle prove ma che con la sua lacunosità aumenta esponenzialmente le ansie dei concorrenti ed i sospetti di “irregolarità”, sia rispetto delle procedure di avvicinamento caratterizzate da assenza totale di controllo sui titoli dei partecipanti.
Concordiamo sui giudizi dei nostri colleghi in relazione ad un bando, tra i peggiori della storia concorsuale italiana, caratterizzato da continue correzioni da parte del Miur con comunicati non-ufficiali, attraverso l’assurda pratica delle risposte via mail da parte del sottosegretario Stellaci a singoli docenti o a gruppi nati su facebook (per esempio prova scritta di Inglese alla scuola primaria). A quando la pratica “limpida” di comunicati ufficiali chiari ed esaurienti?
Si vuole fare chiarezza sulla prova scritta di inglese per la scuola primaria? Si vuole fare chiarezza sulla natura delle domande e la loro articolazione (dopo l’ultimo comunicato “oscuro” del Miur)? Si vuole fare chiarezza sul numero complessivo di domande da sostenere in relazione a classi di concorso con più discipline (alcune classi di concorso con 4 domande pur essendo presenti più discipline, per altre invece 12 domande, come per la classe A052)?
Troviamo inaccettabile l’assenza di controlli da parte degli uffici scolastici regionali (in Sicilia più di 10000 partecipanti alla prova scritta) in relazione ai titoli di accesso, mentre ci giungono decine di segnalazioni (in un guerra di tutti contro tutti) in relazione ad aspiranti che pur non possedendo il titolo di accesso comunque parteciperanno alla prova scritta (aspiranti con laurea senza il numero di esami sufficienti, aspiranti con laurea conseguita successivamente ai “paletti” indicati nel bando, ecc.).
Troviamo irresponsabile procedere in “fretta e furia” ammettendo alle prove successive aspiranti con la formula “in qualsiasi momento della prova concorsuale si potrà intervenire con l’esclusione dei concorrenti”. Immaginate il caos qualora per una o più classi di concorso gli ammessi alla prova orale o addirittura i vincitori del concorso (nel caso in cui i titoli venissero controllati dopo le due prove) risultassero in difetto rispetto ai titoli di accesso?
Un’ultima domanda: perché estrarre i quesiti delle prove scritte a venti giorni dal concorso, per poi secretarle?
Queste considerazioni dovrebbero spingere il governo dimissionario ad interrompere la procedura concorsuale, per evitare che si apra una stagione di ricorsi e contro-ricorsi che trasformerebbe il concorso in una lunga “traversata nel deserto”