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LA LETTERA “SEGRETA” DELLA BCE ALL’ITALIA SULLA SCUOLA

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Nel corso della puntata di “Servizio Pubblico”, durante la quale l’ex premier ha per l’ennesima volta ripetuto che nessuna responsabilità può addebitarsi al suo governo per la crisi (ma allora non si capisce perché abbia sloggiato), è venuta fuori la famosa lettera che la Bce, Banca centrale europea, ha spedito all’allora Governo italiano per impegnarlo a superare la crisi e che, secondo quanto è emerso, sarebbe stata scritta a Roma per sbaraccare Tremonti e per procedere, con giustificati motivi, alla stretta fiscale di cui fu poi artefice Monti. E in quella lettera cosa c’è che riguarda la scuola?
Di sicuro, dice il Corriere della sera dell’agosto 2011, “la lettera «segreta» spedita il 5 agosto scorso al governo italiano dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e dal suo successore in pectore, Mario Draghi, oggi governatore della Banca d’Italia, ha condotto ad una manovra di finanza pubblica di entità mai vista nella storia della Repubblica italiana.”
All’interno di questa manovra, “il pareggio di bilancio anticipato dal 2014 al 2013 e la richiesta di raggiungere un deficit pubblico pari all’1% del prodotto interno lordo addirittura già nel 2012, con una manovra di tre punti di prodotto interno lordo, una cinquantina di miliardi di euro, in un solo anno, ha fatto tremare le vene ai polsi di Giulio Tremonti.”
E tra le “presunte” richiesta della Bce all’Italia c’è pure quella che riguarda le pensioni, di cui poi si farà carico Elsa Fornero e il governo Monti, vista la “necessità di rendere più severi i criteri per ottenere le pensioni di anzianità e di allungare l’età pensionabile delle donne nel settore privato in modo da avere risparmi di bilancio «già nel 2012». E l’opportunità di ridurre «significativamente» il costo degli impiegati pubblici, rafforzando le regole sul turnover e, «se necessario, riducendo gli stipendi».
Per accelerare la crescita dell’economia, Trichet e Draghi richiamano esplicitamente l’esigenza di rivedere le norme sulle assunzioni e i licenziamenti dei lavoratori (per i quali nella lettera si usa il termine «dismissal») nelle imprese applicando l’intesa del 28 giugno tra la Confindustria e i sindacati, «che si muove in questa direzione». Ma che evidentemente non basta.
Sempre per la crescita serve la «piena liberalizzazione» degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali, prevedendone la «privatizzazione su larga scala». Ed un «serio impegno» per abolire o consolidare alcuni livelli amministrativi intermedi, «come le Province» puntualizzano Draghi e Trichet.”
Nella successiva lettera di risposta si ribadisce anche l’ambizione a introdurre nella Costituzione la regola del pareggio di bilancio, ma non ci sono riferimenti di sorta a uno strumento legislativo collaterale che è per altro necessario a rendere tale norma operativa e coerente con quanto prevede l’UE in tema di bilancio. Qual è la scadenza prevista per tale strumento legislativo secondario? Come garantirà di essere conforme a ciò che prevede l’UE in tema di bilancio?
Ritornando alla lettera della Bce all’Italia, alla voce “Capitale umano”, si chiedepraticamente al governo “Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione).
Alla lettera spedita dalla Bce, il governo italiano risponde e sulle richieste relative alla valorizzazione del capitale umano è detto:
a) Promozione e valorizzazione del capitale umano. L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.
Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall’ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d’onore.
Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.
La lettera entra poi nel merito di alcune proposte:
– rispetto a Scuola ed Università si parla di “promozione e valorizzazione del capitale umano”: in sostanza vuol dire che queste si devono modellare secondo criteri di impresa, creando futuri dipendenti completamente disciplinati e sottomessi alle esigenze del profitto. Si pensa ad un “programma di ristrutturazione per le scuole” (leggi: taglio di fondi, altri licenziamenti), si “amplieranno autonomia e competizione tra Università” (ovvero si smette di dare fondi ed ogni ateneo deve reperire le sue risorse, ricorrendo ai “trucchi” più disparati). I pochi finanziamenti saranno legati alle valutazioni dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca), ovvero ad un organo centrale che valuterà per criteri astratti, in base a parametri “produttivi” alquanto dubbi, seguendo logiche fintamente “meritocratiche”, probabilmente abbandonando certi atenei, soprattutto al Sud, e dando risorse a quelli gestiti da “amici degli amici”, magari trasformati in fondazioni private frequentate dagli studenti più danarosi. Poi “si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione”: vuol dire che il Governo dà un indirizzo di aumento delle tasse universitarie, ed introduce i prestiti d’onore, ovvero un meccanismo di indebitamento per gli studenti meno abbienti, che per studiare dovranno farsi prestare i soldi dalle università e restituirli di anno in anno una volta trovato lavoro. Infine, la riforma Gelmini, di cui pochi decreti sono finora diventati attuativi, verrà approvata in toto entro il 31 dicembre 2011, gettando un colpo di spugna sulle mobilitazioni studentesche di questi anni.
E a questo proposito spontanee sorsero però le seguenti domande:
13. Quali caratteristiche avrà il programma di ristrutturazione delle singole scuole che hanno ottenuto risultati insoddisfacenti ai test INVALSI?
14.Come intende il governo valorizzare il ruolo degli insegnanti nelle singole scuole? Quale tipo di incentivo il governo intende varare?
15.Il governo potrebbe fornirci ulteriori dettagli su come intende migliorare ed espandere l’autonomia e la competitività tra le università? In pratica, che cosa implica la frase “maggior spazio di manovra nello stabilire le tasse di iscrizione”?
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