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Sezioni primavera: una situazione da sanare subito

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Vita dura e difficile per le sezioni primavera, il servizio istituito nel 2007, dal governo Prodi, con l’obiettivo di porre un freno al dilagare incontrollato degli anticipi nella scuola dell’infanzia. L’ingresso anticipato rischia di mettere bambini dai due ai tre anni nella scomoda situazione di doversi adattare ad una scuola realizzata per rispondere alle esigenze di un’altra fascia d’età. Le sezioni primavera, invece, sono nate proprio per garantire ai bimbi tra i due e i tre anni un servizio educativo pensato per loro, progettato a loro misura.

Nel 2010 in Conferenza Unificata è stata raggiunta un’Intesa sulle sezioni primavera con validità triennale, mentre le precedenti avevano validità annuale. Circostanza salutata con favore da tutti gli operatori e i soggetti coinvolti che speravano così di poter affrontare il tema con un respiro un po’ più lungo. Soprattutto speravano di poter evitare le interruzioni annuali del servizio in attesa del rinnovo delle intese nazionali e regionali, delle convenzioni conseguenti e così via.

Le sezioni primavera sono state oggetto di un monitoraggio curato dal MIUR, fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali, i cui esiti sono stati resi pubblici nel 2011. Il monitoraggio ha messo in evidenza luci ed ombre, anche di non poco conto, di questa esperienza ancora sperimentale, ma ha confermato che il servizio risponde ad una diffusa esigenza delle famiglie.

Nel 2012, i 12 milioni inizialmente previsti a carico del bilancio del MIUR per le sezioni primavera sono venuti a mancare, forse perché dirottati su altri progetti del Ministero. Questo, in molte situazioni, ha costituito un ostacolo insormontabile per l’avvio delle attività delle sezioni, lasciando nell’incertezza bambini, famiglie e operatori. Infatti, sempre più numerose giungono le segnalazioni, le denunce, le richieste di aiuto.

CGIL, CISL e UIL hanno dato vita a varie iniziative unitarie alle quali la FLC CGIL ha dato la propria convinta adesione.

Ma occorre agire presto, sbloccare la situazione, trovare i fondi. I bambini e le bambine devono poter essere accolti in un servizio educativo degno di questo nome, le famiglie hanno bisogno di risposte concrete, gli operatori devono essere messi nelle condizioni di garantire un servizio di qualità, nel rispetto di adeguati profili contrattuali dei lavoratori impegnati.

Queste esigenze non possono essere sacrificate ai tempi della politica e delle scadenze elettorali.

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