Roma – Succede tutti gli anni in migliaia e migliaia di classi delle primarie, delle medie, delle superiori: a dicembre, nel pieno dell’anno scolastico, l’insegnante saluta e se ne va, perché il suo posto spetta a unaltro o a un’altra. È una vecchia disfunzione della scuola italiana, una delle tante, ma quest’anno sta andando ancora peggio del solito. Perché i nuovi docenti, quelli che devono subentrare a quelli nominati provvisoriamente a inizio anno, corrono il rischio di essere a loro volta sostituiti da altri docenti.
Tutto dipende dalla storica confusione con cui vengono gestite le cosiddette «graduatorie d’istituto», cioè quelle graduatorie – per così dire – di secondo grado a cui le scuole devono attingere per coprire le supplenze perché non hanno trovato nessuno nelle graduatorie principali (quelle cosiddette «a esaurimento»). Il disordine nasce dal fatto che i posti si assegnano all’inizio dell’anno scolastico, cioè a settembre, ma le graduatorie d’istituto non vengono mai definite prima di novembre, e qualche volta slittano addirittura a dicembre. Il perché di questo ritardo è un mistero, sta di fatto che a ogni inizio d’anno le scuole sono costrette ad assegnare l’incarico in via provvisoria in base alle vecchie graduatorie non aggiornate, facendo firmare all’insegnante un contratto di supplenza con la formula: «fino all’avente diritto», ovvero fino a quando si conosceranno le nuove graduatorie e si scoprirà che un altro docente aveva più diritto a occupare quel posto.
L’ERRORE
Quest’anno la pubblicazione delle graduatorie aggiornate è arrivata il 12 dicembre. Ma la cosa più paradossale è avvenuta due giorni dopo: una circolare del ministero dell’Istruzione ha comunicato a tutti gli istituti italiani che quelle graduatorie appena diffuse online erano sbagliate. E «non essendoci i tempi tecnici per ripristinare le preesistenti graduatorie in via informatica», l’amministrazione invita i dirigenti scolastici «ad effettuare il depennamento dei nominativi dei docenti erroneamente inclusi, ripubblicando, se necessario, le graduatorie interessate dal fenomeno». Insomma, i presidi devono correggere da soli l’errore commesso dal ministero, ricalcolarsi le graduatorie e decidere chi ha diritto al posto conteso. Alcuni lo stanno facendo, altri non vogliono prendersi la responsabilità e sono paralizzati. Insomma è un caos.
LE CONSEGUENZE
Le supplenze assegnate annualmente attraverso le graduatorie d’istituto sono circa 50 mila. Anche sottraendo da questa cifra gli incarichi di pochi giorni, restano comunque molte decine di migliaia di insegnanti che vengono selezionati ogni anno attraverso questa farraginosa procedura. Significa che in decine di migliaia di classi ci sono docenti che arrivano a settembre sapendo che prima di Natale dovranno lasciare il posto a un collega. Talvolta la sostituzione avviene ancora più tardi, a gennaio o febbraio, per cui l’insegnante appena nominato si trova a dover compilare le schede di fine quadrimestre su studenti che neanche conosce. Molti di questi supplenti, nel corso dell’anno, vengono chiamati da un’altra scuola che magari si trova più vicina a casa, accettano la proposta e così bisogna trovare ancora un altro supplente. Non è infrequente il caso di posti che vengono occupati in successione da tre o quattro diversi insegnanti. Per le segreterie delle scuole è un incubo di incombenze amministrative. Ma a rimetterci sono innanzitutto gli studenti che assistono al viavai di maestre e professori, alla faccia del principio della continuità didattica. Le classi più penalizzate sono quelle in cui ci sono alunni disabili, perché gli insegnanti di sostegno più di tutti sono soggetti a questo carosello di incarichi. Il fenomeno è diffuso soprattutto nelle grandi città, dove la percentuale di docenti precari è più alta.
I SINDACATI
La Cgil protesta: «Si scarica ancora una volta sulle scuole l’inaccettabile ritardo d’intervento su di una situazione già nota da tempo e da noi denunciata», si legge in una nota. Per Maria Domenica Di Patre, vice coordinatrice della sigla autonoma Gilda, «quasi a metà anno scolastico ci sono docenti che rischiano di perdere il posto. Non c’è alcun rispetto per studenti e famiglie. È vergognoso».