Si riparla di TFA speciali, l’edizione straordinaria dei Tirocini Formativi Attivi, annunciata mesi fa dal ministro Profumo, di cui sembrava imminente l’avvio quasi in contestualità con i TFA ordinari.
Ne dà notizia il sen. Mario Pittoni (Lega) con un comunicato in cui ritorna, in particolare, sulla questione dei 360 giorni, di cui si era discusso animatamente a suo tempo.
“Con il parere del Consiglio di Stato, la cui trasmissione al ministero dell’Istruzione è data per imminente, diventa concreta la possibilità di avere i TFA speciali entro la fine dell’anno, forse addirittura nei termini che avevo discusso con il ministro Profumo all’inizio del suo mandato, riferiti cioè ai 360 giorni di servizio”.
Pittoni annuncia che la commissione Istruzione a palazzo Madama è già stata allertata. “Dopo la sessione di Bilancio, che impegnerà tutta la prossima settimana – precisa il senatore – avremo due settimane, prima delle feste natalizie, per “chiudere” il provvedimento sui TFA speciali”.
“to raccogliendo la disponibilità degli altri gruppi – prosegue Pittoni – per tornare alla proposta originaria dell’apertura a tutti gli insegnanti che hanno maturato 360 giorni di servizio. Nel vuoto attuale, figlio di una riforma del reclutamento su base concretamente meritocratica (fatti salvi i diritti acquisiti degli iscritti alle graduatorie ad esaurimento) ancora in lista d’attesa, la “paura” di numeri troppo elevati ha spinto il ministero a inserire paletti eccessivi per l’accesso ai corsi abilitanti, non riconoscendo il riferimento ai 360 giorni (sempre utilizzato dal 1971), corrispondenti a 2 anni scolastici.
Attenzione però: parametri diversi, se assunti senza cautele, alimentano il rischio di contenziosi volti a far risaltare il profilo professionale definito e stabilito dai contratti stipulati con i docenti delle graduatorie della III fascia d’istituto. E la Direttiva europea 36/2005 CE stabilisce che 3 anni di esperienza professionale sono assimilati a un titolo di formazione. Ho quindi raccolto – conclude Pittoni – anche la disponibilità di Luigi Fiorentino, capo di gabinetto del ministro, a rivedere la scelta».