Se la norma fosse approvata le ricadute sulla qualità dell’insegnamento sarebbero devastanti.
Nel disegno di legge Finanziaria 2013 la Giunta Provinciale modifica unilateralmente le norme contrattuali del personale docente della scuola: la versione in salsa locale del minacciato aumento delle ore di lezione prospettato dal ministro Profumo.
In provincia di Bolzano nella scuola secondaria le unità didattiche sono sempre state di 50 minuti, a causa del maggior numero di materie e giorni di lezione e della particolare conformazione geografica. Fare unità didattiche da 60 minuti avrebbe significato per gli alunni pendolariorari giornalieri insostenibili. In questo contesto fu stipulato nel 1998 un contratto collettivo provinciale in cui si definiva un orario settimanale di insegnamento di 20 ore per la secondaria. Le settimane di lezione allora erano 33.
Per la smania di sperimentarsi nelle riforme, nel 2005 la Giunta provinciale nega gli accordi precedenti e reclama 20 unità didattiche da 60 minuti alla settimana. Il compromesso arriva nel 2006, sostenuto dallo sciopero del 90% dei docenti coinvolti. Si stabilisce che in caso di unità didattiche inferiori all’ora, i docenti presteranno a titolo gratuito ed in modo forfettario alcune attività, tra cui le sorveglianze alla pausa, alla mensa e durante le attività extra scolastiche. Le settimane di lezione nel frattempo erano diventate 34, con conseguente aggravio del carico di lavoro.
La “reformite” torna nel 2010 per sconquassare la secondaria di secondo grado e il calendario scolastico nel 2011. Le settimane di lezione sono passate a 35, con la minaccia di passare a 36 a breve. A causa della crisi le scuole hanno già subito tagli drastici rispetto alle risorse di personale e di risorse, con un forte aumento della complessità del lavoro docente.
Mentre lo stipendio e la carriera dei docenti sono bloccati, vengono introdotti nuovi obblighi di servizio: i nuovi curricula, i temi interdisciplinari, le attività opzionali, la valutazione per competenze. Come fanno ad individualizzare l’insegnamento i docenti che tra lunedì e venerdì si confrontano con oltre 100 studenti? Nonostante questo la Giunta aumenta ulteriormente i carichi di lavoro e introduce il monte ore annuo. L’indagine Apollis è già superata, l’orario complessivo di lavoro dei docenti è saturo. Non si può chiedere ai docenti di lavorare di più, nè si può far dipendere la qualità del lavoro da una contabilità forsennata di minuti. Se la norma fosse approvata le ricadute sulla qualità dell’insegnamento, sui carichi di lavoro dei docenti e sui livelli di occupazione sarebbero devastanti.
Se il metodo non ha nulla da spartire con la democrazia, il contenuto della proposta mostra disprezzo ed ignoranza del lavoro svolto dalla scuola.
Ieri la commissione legislativa ha stralciato l’articolo 9 dal disegno di legge che andrá in aula a dicembre. Vedremo se qualcuno tenterà nuovamente di ribaltare il tavolo.