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POCHE ADESIONI ALLO SCIOPERO DEL 14 NOVEMBRE

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Conteggiando tutti i comparti pubblici, solo il 7,2% di dipendenti pubblici si è fermato per la protesta indetta dalla Confederazione europea dei sindacati. Il dato è indicativo, ma si riferisce ancora a meno della metà dei lavoratori interessati. Si attendono ora i dati suddivisi per comparti. Con la scuola che si potrebbe “staccare”.
Lo sciopero indetto il 14 novembre dalla Confederazione europea dei sindacati, per mandare un chiaro segnale di protesta alla Commissione europea e alla Bce, ha riscosso una percentuale di adesioni abbastanza ridotta. In linea, del resto, con le ultime tornate di sciopero. Almeno per la scuola.
I primi dati giungono dal dipartimento della Funzione pubblica: il dicastero in serata ha comunicato “che sulla base dei dati pervenuti alle ore 17 la percentuale dei lavoratori del pubblico impiego che hanno partecipato allo sciopero generale indetto dalle Confederazioni sindacali Cgil, Cobas e Usi e, indetto, per il personale del comparto scuola, dalle organizzazioni sindacali Cub scuola università ricerca (con adesione Sisa), Unicobas Scuola e Usi Ait Scuola, risulta essere pari al 7,20 %”.
La Funzione pubblica ha anche sottolineato che non si tratta di numeri definitivi, perché “il dato si riferisce al 46,55% del totale dei lavoratori interessati. Anche in questa occasione la percentuale viene calcolata sul personale assegnato, escluso, ove comunicato, quello assente per motivi diversi dallo sciopero (ferie, malattia)”.

Si attendono ora i dati suddivisi per comparti pubblici. In altre occasioni, infatti, i dipendenti della scuola hanno si sono contraddistinti per un numero di adesioni decisamente maggiore. Un dato che anche stavolta potrebbe ripetersi, visto che scorrendo le cronache delle decine di manifestazioni svolte in Italia i docenti della scuola pubblica, assieme agli studenti, sono stati tra i dipendenti pubblici più presenti.

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