Stavolta i segnali sembrano positivi: da diversi parlamentari sono arrivate indicazioni da dove reperire i fondi per stralciare la norma. C’è poi un impegno formale del sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, che solo poche ore prima aveva parlato di un “buco” difficile da coprire: la cosa certa è che non ci sarà l’aumento dell’orario. Domenica 11 novembre giornata chiave: in mattinata verrà presentato alla commissione Bilancio della Camera l’emendamento con le coperture congrue. In serata l’esame.
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Sembra che finalmente si sia posizionato su un binario giusto il percorso che porta alla cancellazione della norma sull’aumento da 18 a 24 ore dell’insegnamento settimanale dei prof di scuola media e superiore, contenuto nel ddl Stabilità in via di approvazione alla Camera. Dopo l’allarme lanciato la sera del 9 novembre con ilsottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, che aveva parlato di un “buco” pari ad 80 milioni di euro per il 2013, 120 milioni per il 2014 e 180 per il 2015 qualora non si fossero trovati risparmi alternativi, ventiquattrore dopo lo stesso Polillo si lascia scappare la frase che centinaia di insegnanti diretti interessati attendevano da settimane: per la scuola, ha detto il sottosegretario all’Economia, “la cosa certa è che non ci sarà un aumento dell’orario per gli insegnanti“.
Si tratta di un impegno molto importante. Poiché, dopo l’accordo politico bipartisan sul provvedimento, è evidente che il nodo da sciogliere era solo quello economico, sentire il vice responsabile del dicastero delle Finanze lasciarsi andare a certe affermazioni rappresenta davvero un bel punto a favore per il folto popolo che spinge per il mantenimento delle 18 ore.
Insomma, il momento di impasse sui tagli alla scuola nell’esame del ddl stabilità in commissione Bilancio alla Camera sembrerebbe davvero superato. Ora c’è solo da mettersi alla finestra e attendere l’esito degli eventi. Tra l’altro, l’attesa sarà anche molto breve. “Dal ministero dell’Istruzione – ha detto sempre Polillo – è stato presentato un emendamento che copre il 100% delle esigenze ed è alla valutazione della Ragioneria dello Stato per vedere se l’importo è congruo. L’emendamento arriverà domani mattina (domenica 11 novembre ndr)”.
Tra coloro che hanno cercato di indirizzare da dove acquisire i fondi necessari per cancellare la norma sulle 24 ore, c’è Elena Centemero, responsabile nazionale scuola del Pdl: abbiamo indicato di reperire “i fondi necessari a coprire l`emendamento abrogativo delle 24 ore d`insegnamento spalmando i tagli sui capitoli di spesa del ministero dell`Istruzione, relativi anche all`università, alla ricerca e all`informatizzazione e chiedendo anche un piccolo contributo da parte degli altri dicasteri. La scuola ha già dato molto alla causa del risanamento dei conti pubblici, basta, è ora di invertire questa tendenza“, ha concluso Centemero.
La discussione sull’emendamento che stralcia la norma sulle 24 ore dovrebbe prendere il via nel pomeriggio, a partire dalle ore 17, sempre dell’11 novembre. Poi, entro mercoledì, arriverà la votazione dell’aula. Che, se le cose stanno così, a questo punto sembrerebbe scontata. Il ministero dell’Istruzione avrebbe infatti individuato quella parte di risparmi che coprirebbero il “buco” cui si riferiva Polillo. E poiché anche il vincolo introdotto dalla spending review sarebbe a questo punto in gran parte soddisfatto (i soldi sono stati sottratti principalmente dal Miur, con gli altri comparti pubblici coinvolti solo in minima parte), sembrerebbe davvero che stavolta per l’emendamento il destino sia davvero segnato.
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