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IL GOVERNO TAGLIA SOLDI ALLE PROVINCE, CHE CHIUDONO I RISCALDAMENTI DELLE SCUOLE

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Le province protestano vibratamente contro i tagli imposti dalla spending review. Si tratta dei tagli di 500 milioni di euro, decisi dal governo Monti in applicazione del decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012.
Adesso che i nodi vengono al pettine, la reazione dell’Unione delle province italiane, si fa sentire forte e chiara. Attraverso la voce del nuovo presidente Upi, Antonio Saitta, apprendiamo che sta per essere presa la decisione di chiudere i riscaldamenti nelle scuole di tutte le province d’Italia, in modo da fare comprendere l’inefficienza di questo Governo. Saitta non è tenero nei confronti del governo, che giudica ingrato e capace di tagliare le finanze dei governi locali, ma non quella della politica centrale. Il governo dovrebbe operare una spending review su se stesso, denunciano i rappresentanti delle province. In buona sostanza stiamo assistendo ad un atto di ritorsione dei politici delle province contro i politici del governo.
Il Governo riduce i finanziamenti agli enti locali e questi ultimi non riempiono le cisterne di carburante, per fare funzionare i riscaldamenti e non faranno opere di manutenzione sulle scuole. L’Unione Province Italiane denuncia anche la mancanza di fondi per operare una giusta e corretta manutenzione nelle scuole, tutto a scapito della sicurezza degli alunni e del personale che opera in edifici poco sicuri. A tutela dei cittadini e per precisare di chi sono le responsabilità, afferma il presidente dell’UPI, si informerà il Consiglio superiore della magistratura e al vicepresidente Michele Vietti chiedendo se devono essere rispettati i programmi per il controllo delle scuole o se invece si debba rinunciare causa i tagli imposti dal governo con la spending review.
Stessa richiesta, ha aggiunto Saitta, la faremo alla Corte dei Conti, anche relativamente ai numerosissimi decreti ingiuntivi che in questi giorni stanno arrivando agli Enti da parte delle imprese, che ammontano nel complesso a circa 2,8 miliardi di euro. Tutto questo accade, mentre l’autunno caldo ha ormai preso una rotta ben precisa, ma nonostante le calde proteste che piovono da ogni direzione, il Governo dovrà garantire il funzionamento dei termosifoni di tutte le scuole italiane. Non vorremmo trovarci con alunni infreddoliti, a rischio della loro incolumità fisica e che sognano quella scuola digitale tanto annunciata ma non ancora arrivata.
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