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Orario docenti a 24 ore – Il Governo Monti surrettiziamente adegua la scuola agli indicatori Europei dell’OCSE

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Non sappiamo da dove abbiano preso i dati quelle pubblicazioni sindacali che pretenderebbero di smentire i dati OCSE riportando tabelle immaginifiche rielaborate da novellati centri studi proprietari. L’indicatore D4 è quello universalmente accettato negli ambienti educational.
Se avete la pazienza di consultare gli altri indicatori concorrenti troverete analoghi risultati:
Chapter D – The Learning Environment and Organisation of Schools

Aggiungasi che nella relazione tecnica di accompagnamento alla legge di stabilità é esplicitamente affermato a garanzia dei precari che “ La norma in questione non comporta modifiche ed in particolare riduzioni dell’organico di diritto, che continua ad essere definito ai sensi dell’art. 50 del DL 5/2012 e quindi in misura complessivamente pari a quello dell’a.s. 2011/2012, sia per i docenti su posto normale che per quelli di sostegno. Infatti il comma di cui trattasi mantiene immutato l’orario di cattedra mentre prevede che quello di insegnamento sia incrementato di sei ore alla scuola secondaria, ferme restando le ore aggiuntive per attività funzionali all’insegnamento quali scrutini, ricevimento, sostegno ecc.,
Questa specificazione non consentirebbe di affermare tout court che l’orario frontale di cattedra è aumentato a 24 ore perché non viene conteggiato ai fini dell’organico di diritto.
Comunque sia l’altra osservazione di parte sindacale è che si …. è vero che negli altri Stati si lavora frontalmente di più … ma i loro docenti sono pagati di più e …quindi i conti non tornerebbero.
Ebbene anche in questo caso rivolgiamoci al rapporto e all’indicatore D3 How much are teachers paid? Lasciando ai lettori l’analisi accurata sul sito dell’OCDE riportiamo le conclusioni e cioè
The statutory salaries of teachers with at least 15 years of experience average USD 38 914 at the
primary level, USD 41 701 at the lower secondary level and USD 43 711 at the upper secondary level.
Il confronto è fatto considerando il potere di acquisto della moneta ed è fatto in equivalenti dollari USA ( equivalent USD converted using PPPs ) e fornisce una media OCSE per un docente di scuola secondaria superiore dopo 15 anni di retribuzione pari a 43.711 dollari equivalenti mentre la retribuzione italiana è pari a 40.000 dollari equivalenti.
Il dato significativo è quindi che la retribuzione italiana è al livello della media OCSE facendo riflettere circa le lamentazioni su una sperequazione e penalizzazione presunta.
E questo i professori tecnici del governo italiano che agiscono su input dell’Europa lo sanno benissimo e la propaganda e le urla dei siti sindacali dei docenti lasciano il tempo che trovano.
La mission di Profumo e Monti è quella di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 lasciando le ipotesi di sviluppo e crescita per il 2014 allorquando è prevista la ripresa e il rinnovo contrattuale. Il ritornello ripetuto sino a stordire l’interlocutore “ dell’invarianza dei saldi “equivale in questo contesto a un implicito rifiuto, perché mai e poi mai le controparti sindacali suggeriranno tagli alternativi al MIUR per il solo fatto che non saprebbero da dove cercarli senza scontentare fette di personale. E  infatti Bonanni invita i partiti della maggioranza a suggerire tagli alternativi all’adeguamento dell’orario a 24 ore, cosa ancor più dura e difficile perché già il PDL e il PD stanno pagando per l’impopolarità del loro sostegno forzato a Monti.
Il bilancio del MIUR vale oggi 50 miliardi di euro e per il solo fatto di mantenere questo tetto occorrono ancora questi tagli di 791 milioni per impedirne la lievitazione. E’ sotto gli occhi di tutti che in Grecia e Portogallo si è arrivati alla decurtazione dei già magri stipendi del 30% cosa che in Italia è stata scongiurata ma non esorcizzata.
L’opinione pubblica italiana e i media in particolare scontano un forte pregiudizio nei confronti dei docenti ritenuti ancora privilegiati per i loro bassi carichi di lavoro. Basta riflettere su quello che succede ogni giorno a scuola con genitori aggressivi e pretenziosi nei confronti dei docenti dei loro figlioli costretti a subire l’invadenza e la contestazione, senza quel rispetto e quella considerazione che gli educatori in altri tempi si erano guadagnati.
Le lettere indignate inviate ai giornali e al siti web sono certamente sincere e manifestano un sentimento di appartenenza condivisibile; ma come al solito rappresentano l’umore di una minoranza impegnata e dedita alla mission a fronte di una maggioranza di docenti che vive con disagio e con riluttanza la difficile sfida educativa del terzo millennio  senza avere gli strumenti e gli attrezzi per affrontare un lavoro maledettamente complicato e intellettualmente  sfibrante.
Con la giornata di mobilitazione del 12 ottobre la FLC CGIL ha rischiato da sola  un flop con una bassa adesione al 9% e un disimpegno degli altri sindacati ; dall’altra CISL Scuola, UIL Scuola, Snals e Gilda hanno proclamato uno sciopero per il 24 novembre e una manifestazione nazionale per la stessa data, con un’incognita sul successo dell’iniziativa perché, bisogna ricordarlo, il conteggio si fa sulle trattenute sulla busta paga e non sull’adesione scontata degli studenti.
L’adeguamento dell’orario consente al momento di realizzare quelle che nel DPR 8 marzo 1999 n. 275 (Regolamento per l’autonomia) erano individuate come misure per la piena autonomia scolastica che sin’ora si ritenevano legate a corrispettivi economici e contrattuali e pertanto irrealizzabili in tempi di default del sistema Italia.
La legge deroga esplicitamente per questa misura il CCNL che impediva qualsiasi adozione unilatere da parte dell’amministrazione e consente alle scuole in un momento di impossibilità di investire risorse sul personale di avviare un processo di management diffuso sulla falsariga di un organico funzionale di istituto che risolva all’interno della scuola le esigenze funzionali.
Le espressioni contenuto nel Regolamento che erano rimaste frasi vuote di significato potranno cominciare a prendere forma: flessibilità organizzativa e didattica, quote di curricolo nazionale e locale, personalizzazione dei curricula, innovazione metodologica e disciplinare, iniziative di recupero e sostegno, valutazione degli apprendimenti, certificazione delle competenze, formazione e aggiornamento, reti di scuole e integrazione con il territorio.
E’ chiaro che tutto questo ridefinisce il profilo professionale del docente della scuola superiore ma in tempi di blocco della contrattazione e degli stipendi e di richieste di tagli strutturali al MIUR per 791 milioni, non si capisce come e dove far quadrare i conti se si continua a rimandare alle calende greche quelle riforme strutturali ineludibili per rilanciare il paese.
Il Ministro ha chiesto ai sindacati dei docenti delle controproposte a patto che si mantengano i saldi (negativi) invariati.
Da dove si pensa di prendere i 791 milioni di euro? L’altra proposta è quella che fece Berlinguer di ridurre di un anno la scuola media. Tagliano di un anno il percorso formativo si avrebbe un analogo risparmio strutturale. Tutte le altre proposte hanno il limite di essere generiche e aleatorie e di non fornire una quantificazione immediata dei risparmi che convinca il MEF.
Quale delle due proposte conviene seguire? Forse se si tira la corda si rischia di averle ambedue nella prossima finanziaria.
Alla fine prevarrà come al solito lo spirito di sopportazione dei docenti e la buona volontà dei presidi che ogni giorno tengono aperte e gestiscono senza risorse le scuole pubbliche di questo nostro paese che nonostante tutto merita rispetto e va salvato dal default.

Post scriptum
La proposta di adeguamento dell’orario docenti a 24 ore per le scuole superiori era stata già ampiamente pubblicizzata nello scorso mese di aprile 2012 dal preside Luciano Giorgi di Cisliano che l’ aveva anche presentata non solo alle autorità scolastiche Lombarde e al MIUR, ma anche diffusa in tutti i suoi dettagli attraverso il sito della scuola Istituto Comprensivo Erasmo da Rotterdam (Via Giovanni XXIII – 20080 Cisliano (MI) – tel. e fax. 02.90.18.574 ) miic86900d@pec.istruzione.it
La proposta era stata ripresa dalla stampa nazionale e dalla stampa specializzata scolastica

DA AETNANET

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