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Lettera aperta degli insegnanti di sostegno: No alla riconversione-truffa

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Con l’emanazione del Decreto Direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012 vengono istituiti appositi percorsi formativi “finalizzati alla realizzazione del Profilo del docente specializzato per le attività del sostegno” per gli alunni diversamente abili nella scuola statale indirizzati ai docenti appartenenti a classi di concorso in esubero nella propria provincia. Si tratta di una definizione piuttosto ambigua. Non si tratta infatti del conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per le attività di sostegno ma della realizzazione di un ambiguo “profilo del docente specializzato per le attività di sostegno”. Questa distinzione può sembrare sottile, ma potrebbe invece essere il sintomo di una sottigliezza giuridica volta a giustificare la differenza tra i percorsi di formazione dei docenti di sostegno attualmente in forza nella scuola pubblica e i loro futuri sostituti. Infatti, rispetto al Decreto sui nuovi corsi di specializzazione emanato il 30/09/11, ma pubblicato sulla gazzetta Ufficiale n° 78 del 2/4/12, che appunto riprende e modifica in qualche punto, per renderle ancora più rigorose, le modalità per la formazione dei docenti di sostegno, il decreto n. 7 presenta le seguenti notevoli differenze:
1) a questi aspiranti alla specializzazione è consentito svolgere dei programmi con un monte ore globale inferiore di oltre la metà rispetto a quelli dei corsi ordinari (questi si sono formati con corsi di 800 ore, mentre i docenti sovrannumerari frequenteranno solo 400, monte ore precedentemente ammesso solo per gli abilitati SSIS);
2) a differenza dei corsi ordinari, in cui è vietata l’effettuazione di lezioni on-line per il normale svolgimento degli insegnamenti, ai partecipanti previsti da questo Decreto è consentita anche la modalità on-line;
3) data la necessità di non aggravare l’erario, il MIUR aveva stabilito che i docenti soprannumerari frequentanti i corsi avrebbero potuto ricevere l’incarico su posto di sostegno pur non avendo ancora completato il corso, ma a seguito dello svolgimento di almeno i 2/3 del corso (40 dei 60 Crediti Formativi Universitari) o addirittura anche solo 1/3 (20 dei 60 CFU). Probabilmente la disorganizzazione e la confusione creatasi a seguito dell’apertura delle domande a intere classi di concorso in esubero, che ha portato al loro esponenziale aumento, ha poi sventato tale possibilità.
Sebbene la partecipazione a detti corsi sia (teoricamente) su base volontaria, il docente soprannumerario che decidesse di non aderire rischierebbe di rientrare nel profilo previsto dalla L. n. 183/2011, con la ricollocazione forzata in altro ramo della pubblica amministrazione e, se ciò non fosse possibile, la cassa-integrazione, seguita da un possibile licenziamento.
Ed in effetti, anche a causa dell’insensata nota esplicativa ministeriale n. 3801 del 18 maggio 2012, in base alla quale “possono fare richiesta per accedere ai percorsi in oggetto, su base volontaria, i docenti in posizione di esubero e i docenti che appartengono a classi di concorso o tipologie che siano interessate da esubero nella provincia di titolarità o in quella di servizio in relazione all’organico di diritto 2011-12″, si è registrata nelle scuole di ogni ordine e grado una vera e propria adesione di massa. Tutto facilmente prevedibile, poichè è comprensibile che un docente, posto di fronte al rischio del licenziamento, faccia di tutto per evitare il pericolo, e sia anche disposto a svolgere un lavoro per il quale non ha studiato e che prima non aveva mai pensato di svolgere. Il MIUR, con un corso frettolosamente creato ha deciso di ricollocare sul sostegno docenti che hanno alle spalle decine di anni di insegnamento delle loro specifiche discipline, docenti vittime dei tagli indiscriminati dovuti alle riforme degli ultimi anni. Parallelamente, altrettanti docenti specializzati ma precari, che hanno seguito un percorso universitario avanzato e autofinanziato, che hanno lavorato per anni su posto di sostegno volontariamente, maturando conoscenze e competenze specifiche e creando quello che da più voci è considerato il miglior sistema formativo dedicato ai diversamente abili, saranno in pratica spazzati via, epurati. Tutto ciò significa dequalificare la scuola, non sfruttare al meglio le risorse professionali di ogni singolo docente, non rispettarne le specificità e le professionalità, la dignità professionale e umana. Significa inoltre calpestare le legittime aspettative lavorative di migliaia di docenti, altamente specializzati, che sul sostegno hanno profuso per lustri impegno, passione ed energie.
I sovrannumerari in Italia sono 10 mila (l’80% dei quali delle secondarie superiori) e se riconvertiti determineranno una decimazione delle cattedre disponibili per gli incarichi annuali destinati ai precari. E’ la conferma che il sostegno, nelle intenzioni del MIUR, è considerato esclusivamente come uno strumento di riciclaggio di docenti in esubero, senza alcuna considerazione per altri insegnanti che ogni anno subiscono la mortificazione del licenziamento, che superano confini e barriere fisiche e culturali, che raggiungono le sedi più disagiate, che si prendono cura, per scelta, delle parti più deboli della nostra società. Per questo chiediamo a tutte le organizzazioni politiche e sindacali ed ai movimenti dei lavoratori precari di non tralasciare questa importante battaglia che non è un battaglia corporativa o di parte ma una battaglia che coinvolge decine di migliaia di alunni diversamente abili, anello debole della catena dei già deboli giovani alunni delle scuola italiane; ma anche una battaglia di 10.000 Docenti precari in tutta in italia che alla fine del corso di riconversione sarebbero definitivamente espulsi dalla scuola anche se dovesse arrivare una compagine governativa illuminata che tornasse completamente indietro sui tagli effettuati dai tre governi precedenti.

Associazione Sostegno Precari scuola di Catania

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