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Stellacci: ‘Ecco come sarà il concorso’

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Con il decreto n. 82 del 24 settembre 2012 è partita la procedura concorsuale per il reclutamento dei docenti. Abbiamo intervistato Lucrezia Stellacci, Capo Dipartimento per l’Istruzione del MIUR.

La corsa è partita. Quali sono state le maggiori difficoltà?

“Riattivare una procedura vecchia di 18anni, atteso che la disciplina è in parte risalente al T.U. sull’istruzione scolastica D.Leg.vo n.297/1994, non è stato uno scherzo, anche perché non si è ancora dato seguito alla delega prevista dalla Lg.244/07 di riscrivere le regole procedurali dei concorsi per la scuola. Il precedente concorso del ‘98 è stato preparato, quanto a scrittura dei programmi d’esame, tabella dei titoli e bando, in circa due anni, per bandire quest’ultimo ci abbiamo impiegato un mese”.  

Chi può partecipare? C’è spazio per i giovani laureati? Cosa prevede il bando per le graduatorie permanenti esaurite o in corso di esaurimento?

I requisiti di ammissione sono precisati nel Bando (Decreto n.82 del 24 settembre 2012) all’art.2. I giovani che potranno partecipare a questo concorso appartengono essenzialmente alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria con la laurea in Scienza della Formazione primaria per l’indirizzo di scuola materna  e di scuola primaria, lauree che sono di per sé abilitanti. Il concorso per esami è un canale di reclutamento alternativo a quello delle graduatorie ad esaurimento, per cui i posti disponibili anno per anno sono sempre ripartiti a metà fra i due canali, restando salva la possibilità di poterli far convergere in caso di graduatorie esaurite, sull’altro canale. Nella quantificazione dei posti messi a concorso, non si è tenuto conto della situazione attuale delle graduatorie ad esaurimento che è molto diversificata e suscettibile di cambiamento ad ogni tornata di aggiornamento”.

Quali sono le innovazioni apportate alla procedura concorsuale per rispondere ai principi di selettività e meritocrazia e assicurare alla scuola la migliore qualificazione della classe docente?

Le innovazioni risiedono innanzitutto nelle distinte competenze e capacità personali che le prove intendono accertare nei candidati aspiranti docenti. Infatti la prova di preselezione accerta le capacità logiche, di comprensione del testo,le competenze digitali nonché la conoscenza di una lingua straniera  comunitaria. La modalità di somministrazione, computer-based, è già una innovazione che semplificherà la procedura e garantirà trasparenza. La prova scritta consiste in una serie di quesiti a risposta aperta e accerta essenzialmente la competenza disciplinare. La prova orale consiste nella simulazione di una lezione che ha per oggetto le discipline di insegnamento e oltre a valutare la padronanza delle medesime e la capacità di trasmissione da parte del candidato comunicando anche nella lingua straniera prescelta,valuterà la capacità di progettazione didattica, anche con riferimento alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)”.

Gestire una procedura concorsuale è tutt’altro che facile. Quali le iniziative da promuovere e gli strumenti da utilizzare e cosa pensa di fare per provare a migliorare l’efficacia degli atti di amministrazione e di gestione dopo i precedenti non esemplari del concorso ad ispettore tecnico, dirigente scolastico e di ammissione al TFA?

Stiamo cercando di trarre insegnamenti dagli errori commessi, per non ripeterli ma piuttosto per rendere le procedure sempre più semplici, trasparenti ed efficaci”.

Qual è secondo lei la fotografia della scuola in questo periodo così critico per il Paese?

“Organismo vivo, è l’unico, insieme alla famiglia quando c’è, ancora capace di educare le nuove generazioni e quindi di permettere al nostro Paese di sperare in un futuro migliore, perché dispone di professionisti speciali che quando credono nella loro funzione, non si risparmiano pur di vedere realizzati gli obiettivi formativi programmati. Docenti generosi che accompagnano i loro studenti e li aiutano a scegliere prima che altre scelte li fagocitano, che privilegiano l’ascolto per formare ascoltatori riflessivi. Certo la fotografia degli edifici scolastici non è altrettanto rassicurante, ma le tecnologie permettono ormai di pensare a luoghi di apprendimento molto diversi dagli attuali dove sarà la qualità del contatto umano a prevalere su ogni altro elemento fisico”.

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tuttoscuola.com giovedì 27 settembre 2012

 

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