“E’ offensivo apprendere da un comunicato stampa che il ministro Profumo ha intenzione di emanare il bando di concorso tra 18 giorni”. La Gilda degli Insegnanti punta il dito contro il comportamento tenuto dal Miur nell’annunciare il concorsone della scuola.
“Il ministro – rincara la dose il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – fino a questo momento non ha convocato neppure una volta i sindacati ai quali non ha ritenuto di chiedere neppure un semplice parere”.
Anche nel merito delle questioni, però, la Gilda non le manda a dire a viale Trastevere: “Siamo preoccupati dalle conseguenze che potrebbero scaturire da un bando frettoloso”. Il sindacato non nasconde il suo scetticismo soprattutto riguardo “le prove selettive che dovrebbero svolgersi in aule attrezzate di computer. Si tratta di novità importanti, ma le cui procedure non possono essere improvvisate Il rischio, infatti – aggiunge Di Meglio – è quello di esporre l’amministrazione scolastica a un contenzioso infinito”.
Ma al sindacato non va giù soprattutto un’altra novità che starebbe prendendo corpo in queste ore: “Se fosse confermata l’ipotesi secondo cui i 12 mila posti messi a concorso saranno spalmati su tre anni, sarebbe una grave presa in giro per tutti gli insegnanti ancora non stabilizzati. Si rischierebbe di mettere in moto una macchina costosa per una manciata di posti che scontenterebbe entrambi gli eserciti di precari, sia quelli delle graduatorie e sia quelli dei potenziali concorsisti”.
La Gilda, infine, derubrica alla voce “politica degli annunci” anche i Tfa speciali “che, stando alle conclusioni della riunione tecnica di ieri – conclude Di Meglio – non partiranno ancora, nonostante gli impegni già assunti”.