Nell’anno scolastico appena concluso i docenti di sostegno con contratto a tempo determinato sono stati circa 39mila (esattamente 38.923). Di questi, meno di un migliaio (847) hanno avuto una supplenza annua, mentre per gli altri 38mila il contratto è stato fino al termine delle attività (30 giugno). La situazione sarà uguale anche quest’anno, se non peggiore.
La Flc-Cgil ha stimato che quest’anno i supplenti precari saranno complessivamente circa 50 mila. Questo significa che i docenti di sostegno precari rappresentano la maggior parte del precariato tra gli insegnanti statali con contratto a tempo determinato.
Vari esponenti politici e rappresentanti istituzionali hanno ripetutamente proclamato di voler andare al superamento del precariato. Bene! Comincino dal precariato del sostegno che è provocato da una norma di legge.
Sì, proprio così: i docenti di sostegno con contratto a tempo determinato sono precari per legge.
La legge finanziaria 2008, pur migliorando la precedente situazione normativa, ha previsto che il 70% dei posti di sostegno siano stabili, di diritto, mentre il restante 30% deve essere in deroga, autorizzato di anno in anno, coperto da docenti con contratto a tempo determinato fino al termine delle attività.
Quei posti fissi, quantificati in 63.126, sono rimasti sempre gli stessi, mentre gli altri sono andati aumentando per effetto di una sentenza della Consulta che ha ritenuto illegittimo il tetto massimo di posti di sostegno fissato dalla legge.
Se si vuole stabilizzare il settore, riducendo drasticamente il precariato con l’effetto di migliorare anche la qualità del servizio attraverso una maggiore continuità didattica, si approvi un piano di graduale innalzamento di quel 70% di posti fissi, portandolo il più possibile verso il 100% dei posti (o almeno sopra il 90%).
tuttoscuola.com | martedì 4 settembre 2012 |