Concorso insegnanti, istruzioni per l’uso.
Alla prossima selezione dei docenti destinati a lavorare nella scuola per i prossimi trent’anni i candidati dovranno affrontare «un test iniziale di pre scrematura», che avrà l’obiettivo, tenendo conto delle «necessità del Paese» di domani di «valutare la loro capacità logica, di comprensione verbale, le loro competenze linguistiche ed informatiche». Intervistato stamani nel corso del programma “Prima di tutto”, in onda su Rai Radio 1, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha spiegato le modalità del prossimo “concorsone” per le scuole dopo 13 anni di attesa.
Valutato lo “stare insieme” in classe
Al test iniziale, ha aggiunto il ministro, seguirà una seconda prova, di competenze e di settore, ed una terza prova per valutate in particolare le capacità dello “stare insieme”, in classe, del candidato: in pratica, agli aspiranti maestri verrà chiesto di condurre una lezione simulata, in modo da valutare l’attitudine della persona a rapportarsi con i giovani. «Una modalità nuova per individuare i nuovi docenti del nostro Paese», ha sottolineato il ministro, che ha anche spiegato come la selezione sia aperta agli abilitati all’insegnamento: «questo consentirà alle persone di avere un doppio canale, quello delle graduatorie e quello del concorso».
Il nodo dei precari storici
Quanto ai cosiddetti precari storici, ovvero i circa 250mila vincitori di concorso già in graduatoria, Profumo ha chiarito come nella vita delle persone che aspirano ad insegnare ci siano tre passaggi chiave: «uno è il momento della laurea, il secondo è quello dell’abilitazione, il terzo quello del concorso per ottenere un posto. Le persone che sono in graduatoria sono 180mila di cui 22mila varranno messi in ruolo. Questi rimarranno in graduatoria, ma avranno la possibilità di partecipare al concorso e se vincitori potranno accelerare l’ingresso nel mondo della scuola».
I pilastri della valutazione scolastica
«Il sistema nazionale di valutazione scolastica è costituito da tre elementi – ha continuato il ministro – Invalsi, Indire e corpo ispettivo. Il processo potrà contare anche su un’autovalutazione delle scuole, basato su dati oggettivi messi a disposizione dal ministero, relativi alla logistica, caratteristiche della scuola, i suoi risultati. Successivamente ci sarà una valutazione dell’autovalutazione stessa, e saranno individuati quegli elementi per migliorare il sistema della scuola. La centralità naturalmente è lo studente. Bisogna offrire un servizio migliore agli studenti e alle loro famiglie».