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PROFUMO: “COL CONCORSO IL MERITO RISALE IN CATTEDRA”. MA SARÀ RISERVATO AGLI ABILITATI

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In una intervista al Messaggero il ministro Profumo dichiara tutta la propria soddisfazione per i risultati raggiunti in termini di futura occupazione nella scuola e l’università: “Non è una generazione perduta”.
“Volevamo dare un segnale forte. E’ il momento di prendere decisioni e fare scelte importanti per le nuove generazioni. Evitando, come ha detto Mario Monti, di rammaricarci per una “generazione perduta”.Scuola e università, nella ripresa autunnale, dovranno affrontare molte sfide. Il programma di azione, nei prossimi mesi, è quasi temerario. Dobbiamo dare, in tempi brevi, una migliore scolarità a tutta la popolazione e dobbiamo pensare in modo concreto al futuro prossimo venturo. Ai giovani che domani cercheranno un lavoro”. E in attesa che tutto venga formalizzato, il ministro dice pure che le risorse “erano già state stabilite” e che quindi non c’è “ nessun ostacolo” comprese le assunzioni per le Accademie e i Conservatori.
Il bando verrà pubblicato il 24 settembre, conferma Profumo e in primavera ne è previsto un altro e ai quali “potranno accedere tutti coloro che sono in possesso dell’abilitazione con poche eccezioni”. Per quanto riguarda i test preselettivi , la scelta si è ritenuta necessaria perché “Sicuramente avremo un gran numero di iscrizioni al concorso. Per questo è stata prevista una prova selettiva che si svolgerà verso la fine di ottobre. Ai candidati verranno sottoposti dei test uguali per tutte le classi di concorso. A gennaio la prova scritta e poi quella orale”. L’obiettivo è comunque quello “di portare in classe docenti più giovani. Vicini ai nuovi insegnamenti, alle tecnologie avanzate”
A proposito poi della dichiarazione del ministro che preferisce parlare non di tagli ma solo di spending review, Profumo precisa: “Per la scuola si tratta essenzialmente di riorganizzazione delle risorse. Certo è che anche il ministero dell’Istruzione deve dare un contributo al Paese che sta affrontando seri problemi economici. Credo che gli effetti della spending review siano tollerabili per la ricerca. Che, nel complesso, deve rivedere alcune procedure. Gli enti di ricerca dovranno riconsiderare i modelli di gestione. Che vuol dire mettere i nostri istituti e centri in grado di ottenere più finanziamenti europei”.
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