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Scrima (CislScuola) sui Tfa: rimediare a un test non credibile

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Un test che fa strage non è credibile. Chi lo ha predisposto evidentemente non l’ha tarato nel modo giusto. Ora si ponga rimedio, a pagare non possono essere le migliaia di candidati esclusi.

Duro il comunicato di Francesco Scrima contro chi ha predisposto i testi per accedere ai Tfa: “Una percentuale di esclusi che in qualche caso è del 100% lascia a dir poco sconcertati. Poiché non è immaginabile che le nostre Università sfornino una così estesa massa di incapaci, ci chiediamo se chi ha predisposto i questionari li abbia tarati in modo ragionevole e congruo alle finalità del test.”
Non è pensabile che siano le migliaia di candidati a dover pagare, dopo la tassa di ammissione al test, anche il costo salato di un’esclusione dovuta al modo improprio e incongruo con cui la prova è stata predisposta e gestita. Non partiranno certamente corsi per i quali i frequentanti si conterebbero sulle dita di una mano. Dopo tante polemiche sul numero dei possibili partecipanti ai TFA, ci ritroviamo con una quantità di ammessi nettamente inferiore alle disponibilità.
Questa ecatombe non è prova di serietà e rigore, ma solo la dimostrazione, purtroppo ennesima, dell’inadeguatezza di meccanismi selettivi malamente pensati e peggio gestiti.
Crediamo che sia doveroso rimediare ad una situazione così penalizzante per migliaia di aspiranti al lavoro di docente, che non è possibile ritenere tutti inadeguati, gettando ombre preoccupanti sulla possibilità di innovare in modo serio la formazione degli insegnanti, con grave danno, alla fine, per la qualità del nostro sistema di istruzione
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