Ha suscitato molto interesse e naturalmente molte preoccupazioni la nostra intervista per la rivista Scienza dell’Amministrazione Scolastica sulla qualità delle scuole e sul reclutamento dei docenti a Marco Gioannini, ricercatore della Fondazione Giovanni Agnelli, secondo cui le scuole dovrebbero potersi scegliere i docenti migliori, i quali andrebbero stabilizzati anche per ovviare alla continuità didattica messa in crisi dal turnover e che invece è tanto importante quanto più è difficile la condizione dello studente. Gioannini ha aggiunto che le riforme non si propongono per timore dei ricorsi al Tar. E se molti docenti sottolineano il rischio di raccomandazioni soprattutto in certe aree del Paese, interviene nel dibattito suscitato dall’intervista il senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in Commissione Istruzione di Palazzo Madama, già noto ai docenti per aver tentato in tutti i modi ma inutilmente la scorsa estate di ostacolare il loro inserimento a pettine in graduatoria. «Sono pienamente d’accordo – comenta Pittoni – sull’importanza della continuità didattica. Segnalo comunque che è in fase avanzata un progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti su base regionale, già illustrato a vertici sindacali e rappresentanti delle parti interessate, che punta a dare soluzione definitiva all’annoso problema della disomogeneità di valutazione sul territorio, avviando un percorso di riequilibrio”. Un progetto destinato a scatenerare contenziosi? «Nella proposta, formulata nel rispetto assoluto della Costituzione, delle leggi nazionali e delle norme europee, si tiene conto di tutte le principali categorie interessate». Quanto agli scritti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, essi, secondo Pittoni, «conserveranno i diritti acquisiti e non solo», mentre i nuovi abilitati «quindi i giovani, non ancora iscritti in alcuna graduatoria, troveranno posto per primi nella Sezione aperta dell’albo regionale scelto». E se gli abilitandi «a fine percorso entreranno pure loro nella Sezione aperta dell’albo regionale scelto, per «i non abilitati che hanno maturato un certo periodo di servizio nella stessa classe di concorso o in classe di concorso affine, la presenza di un efficace filtro del merito nel reclutamento, agevola – secondo il senatore leghista – la possibilità di accesso diretto al TFA». Ma ci sono anche le università, che gestiscono i corsi abilitanti: «potrebbero vedersi allargare le maglie di un ingresso diventato consapevole» e gli istituti scolastici che chiedono, come detto di potersi scegliere i propri docenti: per loro, conclude Pittoni, «è previsto un meccanismo che, nei limiti della Costituzione, avvicina le esigenze degli insegnanti a quelle delle scuole». Pittoni ammette che «non prendere in considerazione le peculiarità anche di una sola di queste categorie, come fa invece il nostro progetto, potrebbe generare scontro sociale, mettendo a rischio l’intera riforma». Il ricercatore della Fondazione Giovanni Agnelli, Marco Gioannini, aveva spiegato nella nostra intervista che «in un mondo ideale gli insegnanti dovrebbero scegliere la scuola e, viceversa, le scuole dovrebbero potersi scegliere gli insegnanti migliori naturalmente individuandoli in albi professionali regionali formati con criteri nazionali uniformi». D’altra parte sono state tante le reazioni di docenti che paventano il rischio di raccomandazioni e di spinte familiste se non fameliche. Cosa ne pensa la Lega di Pittoni su questo fronte? «Per venire incontro alla richiesta, senza rischiare in alcune zone di consegnare le strutture scolastiche a clan familiari e piccole mafie locali, il nostro progetto prevede espressamente che “ai fini dell’assegnazione di sede, i docenti indicano, tra tutti i posti vacanti e disponibili, le istituzioni scolastiche in ordine di preferenza; i dirigenti scolastici, presso cui risultano vacanti e disponibili i posti utili per l’assegnazione di sede, prendono visione del profilo professionale, risultante dall’esito della prova di preparazione, dal risultato delle prove concorsuali e dai servizi di insegnamento eventualmente prestati in precedenza, dei docenti che hanno indicato l’istituzione scolastica tra quelle preferite e formulano una proposta di gradimento. Definita l’assegnazione di sede sulla base delle preferenze dei docenti e del gradimento dei dirigenti scolastici, l’ulteriore assegnazione di sede dei docenti avviene in base ai posti che risultano ancora disponibili”».
Vincenzo Brancatisano
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