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Cambia l’ora di religione

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Il 28 giugno Cei e Miur firmeranno a Roma una duplice intesa, a 27 anni di distanza dall’ultimo accordo. Le novità più rilevanti riguarderanno le superiori, dove l’emorragia di adesioni è maggiore: i nuovi prof formati per insegnare contenuti più trasversali.

Cominciano a trapelare delle anticipazioni sulla firma di due importanti protocolli d’intesa che la Conferenza episcopale italiana ed il ministero dell’Istruzione si apprestano ad approvare per definire nel nuove regole sull’insegnamento della religione cattolica,
L’accordo – in programma giovedì 26 giugno alle 12,30 a Roma nell’aula magna della Cei, situata in Circonvallazione Aurelia 50 – risulta particolarmente importante perché giunge a 27 anni di distanza dalla precedente intesa sulla materia, firmata nel 1985. Ufficialmente le novità della duplice intesa consisteranno nell’attuare l’adeguamento dell’ora di religione al nuovo ordinamento scolastico, a seguito delle varie riforme approvate nel corso dell’ultimo Governo Berlusconi.
Le due parti, dopo un lungo percorso di confronto, converranno sull’esigenza di definire un nuovo profilo professionale degli insegnanti di religione cattolica, gettando le basi, in particolare, per l’aggiornamento delle indicazioni per l’insegnamento nel secondo ciclo: dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che i docenti di religione cattolica delle superiori avranno la possibilità di essere formati ed insegnare contenuti più trasversali rispetto a quello che avviene oggi.
Gli adeguamenti, del resto, sembravano inevitabili. Del resto stiamo parlando di un insegnamento scolastico, quello della religione, che nell’ultimo 20ennio (dati Cei) ha fatto registrare perdite pari a quattro punti percentuali: dal 1993/94 la percentuale complessiva di studenti che non si avvalgono dell’ora di religione cattolica è passata dal 6,5 per cento al 10,2 per cento. Con punte del 16,3 per cento alle superiori e di oltre il 20 per cento di alcune regioni, come l’Emilia Romagna.
 
La duplice intesa verrà firmata dai massimi rappresentanti della Cei e del Miur: da una parte il cardinale Angelo Bagnasco, per la Conferenza episcopale italiana, dall’altra il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo.
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