Le nuove province dovranno avere, da quanto finora sappiamo, almeno uno di questi tre requisiti: minimo 350 mila abitanti, minimo 3 mila chilometri quadrati, minimo 50 comuni.
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Avere almeno una di questi tre caratteristiche territoriali significa, in numeri, che delle 86 vecchie province, nelle regioni a statuto ordinario, solo 44 di esse rimarrebbero in vita, le altre 42 sono a forte rischio di sopravvivenza. Le conseguenze di una simile decurtazione sarebbero molto negative anche per il sistema scolastico periferico. Salterebbero con molta probabilità, oltre tutte le organizzazioni provinciali, anche gli Uffici scolastici provinciali, costretti a spostarsi ed a riorganizzarsi nelle provincie non abolite (vedi notizia del marzo 2012 su una interrogazione nella regione Lombardia su indiscrezioni circolate rispetto alla possibile soppressione di 4 delle 21 sedi di Uffici scolastici provinciali o Provveditorati agli sudi). Infatti, mentre nel sistema scolastico a livello centrale sostanzialmente non si rilevano innovazioni, se non i tagli di organico previsti dal D.L. n. 112/2008, la sorprendente novità consisterebbe nell’avvio di una procedura che porterà di fatto in breve tempo ad una sostanziale soppressione degli Uffici scolastici provinciali. Nel nuovo assetto organizzativo del Miur, gli Usp non vengono nominati, perché si identificano come Usr, o meglio come loro sedi distaccate. Oggi, alla luce di quanto viene proposto in termini di tagli delle province, cambia anche il possibile futuro esistenziale degli Usp, che si potrebbero concentrare solo nelle province rimaste in vita, riducendosi in questo modo drasticamente nei numeri. Sono in molti a dire che decidere sulla cancellazione di gangli vitali dell’articolazione statale sulla base di meri criteri di convenienza economica (tutta da dimostrare quest’ultima) anziché in riferimento ad una verifica dell’effettiva necessità del loro mantenimento in rapporto alle esigenze per le quali essi sono stati creati, sia un passaggio contrario allo sviluppo sociale di un territorio. Ormai la logica del nuovo assetto organizzativo del Miur è quella della riduzione dei numeri, si ridurranno gli Usp, si ridurranno le presidenze, si ridurranno le cattedre, si ridurranno gli insegnanti di sostegno, speriamo solo che non si riducano pure le competenze dei nostri studenti. |