Nella delega del pubblico impiego non ci sono novità? Il mio auspicio venga comunque preso in considerazione. Duri i sindacati e l’opposizione: basta alimentare la falsa idea d’un settore pubblico iperprotetto.
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Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, si lascia ancora andare ad un’esortazione al licenziamento agevolato nella pubblica amministrazione, al pari di quanto avviene nel comparto privato. “Tenendo conto della specificità del pubblico impiego – ha detto la Fornero a margine della sua visita al Centro per l’impiego della Provincia di Torino – auspico che ci sia il più possibile parità di trattamento tra lavoratori del settore privato e di quello pubblico. Ma non dite che questo significa libertà di licenziare”. Per poi però specificare, riferendosi all’interruzione del rapporto di lavoro per motivi disciplinari, che “credo debba essere presa in considerazione”.
Il concetto che il ministro del Lavoro vuole far passare è di un’equiparazione a 360 gradi. “Io sono per le pari opportunità che non riguardano solo uomini e donne, ma anche dipendenti pubblici e privati, tra lavoratori extracomunitari e nativi. Quindi c’è un concetto più ampio di pari opportunità e mi parrebbe in contrasto col mio mandato se dicessi che le cose dovessero andare diversamente” ha concluso il ministro. La sottolineatura della Fornero è arrivata dopo che alcuni muniti prima il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, aveva chiarito – a margine di un evento School of Governement – Luiss e Scuola Superiore della P.A – che nella delega del pubblico impiego non sono previste novità sui licenziamenti: ” La delega non conterrà una disposizione specifica sui licenziamenti disciplinari dei dipendenti pubblici, ma si rimetterà al Parlamento”, ha spiegato Patroni Griffi.
Secondo Mimmo Pantaleo segretario generale Flc-Cgil “è intollerabile, che a fronte di una disoccupazione devastante e dell’incapacità del Governo Monti di favorire la crescita del Paese, il ministro del lavoro chieda solo licenziamenti più facili. Peraltro dopo una riforma delle pensioni tra le più penalizzanti per i lavoratori in Europa”.
Scettici anche Giovanni Faverin e Francesco Scrima, della Cisl, secondo cui la parità pubblico-privato si dovrebbe attuare iniziando a “rinnovare i contratti. È del tutto fori luogo ostinarsi a chiedere regole che già ci sono, alimentando la falsa idea di un settore pubblico iperprotetto”. I due segretari, a capo rispettivamente del comparto Cisl Pa e Scuola, tornano quindi a chiedere “di rilanciare la contrattazione, come previsto dall’Intesa del 3 maggio scorso, per affrontare in quella sede i temi della spesa pubblica efficiente e della produttività. Il ministro – concludono – mostri altrettanta responsabilità invece di istigare al licenziamento dei lavoratori”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, che è anche delegato ConfedirMit-Pa ai direttivi, ai quadri e alle alte professionalità, quella della Fornero è una “irresponsabile l’invasione di campo”. Pacifico sostiene che “queste fughe in avanti sono a dir poco strane, perché vengono attuate mentre è in corso una trattativa fra le organizzazioni sindacali e il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, proprio sulla riorganizzazione del pubblico impiego, sull’attuazione del protocollo d’intesa già sottoscritto, sul precariato e sulla spending review”.
Velenosa la reazione di Giuliana Carlino, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Lavoro al Senato: “Fornero è ministro delle pari opportunità quando le pare. Ora, per tirare acqua al suo mulino, rivendica – dice Carlino – parità di trattamento tra i lavoratori del pubblico impiego e quelli del privato, ma è la solita mossa propagandistica. La verità è un’altra: la sua riforma del lavoro è talmente iniqua e inutile che porterà solo alle pari opportunità di licenziamento”.
Dalla parte del ministro del Lavoro si è invece schierato Giuliano Cazzola, deputato del Pdl, secondo cui “ancora oggi nei confronti del ministro Elsa Fornero si sono usate, in ambienti sindacali, espressioni violente ed offensive in risposta ad opinioni sicuramente discutibili ma legittime. Anzi, nel caso della disciplina del recesso nel pubblico impiego persino condivisibili”.
In serata, Fornero e Patroni Griffi hanno cercato di smorzare la polemica, anche su loro eventuali contrasti sul tema. Attraverso un comunicato congiunto hanno affermato che i licenziamenti nella pubblica amministrazione sono una sanzione e un deterrente. “Dunque sono uno strumento e non l’unico” per una amministrazione efficiente e produttiva. “Il primo obiettivo della delega che presto sarà discussa dal Consiglio dei ministri – scrivono i due ministri – è migliorare la pubblica amministrazione. Il secondo è renderla più efficiente. Il terzo è aumentare la sua produttività. Il quarto è fare in modo che sia più trasparente. I licenziamenti sono una sanzione e possono essere un deterrente. Dunque sono uno strumento, non l`unico”. Polemica chiusa. Fino al prossimo “strappo”. |