I sindacati, durante l’incontro dell’ 1 scorso, hanno chiesto al Miur di prorogare il termine di iscrizione, sia per agevolare gli aspiranti delle zone terremotate e sia per diradare alcuni dubbi, primo fra tutti i Tfa speciali. Prorogherà il Miur? |
Il 4 giugno si chiudono le iscrizioni per partecipare ai test preselettivi per essere ammessi ai Tfa abilitati all’insegnamento. Sembra ormai molto probabile che i famosi percorsi speciali per chi ha a suo carico i famosi tre anni di insegnamento rimangano sulla carta e nelle intenzioni del ministero. Relaziona infatti la Flc su questa precisa tematica: “La proposta del Miur rimane totalmente inaccettabile in quanto prevede comunque di aver effettuato servizio per tre anni scolastici (almeno 180 giorni) e soltanto per la classe di concorso/tipo di posto richiesto. Non è chiaro a partire da quale data tale servizio debba essere maturato. Inoltre è prevista l’ammissione solo per i TFA già attivati creando una pericolosa disparità di trattamento. Se a questo si aggiunge che l’ipotesi di una procedura di urgenza è stata bloccata dalla Corte dei Conti, questa ipotesi rischia di avere tempi molto lunghi legati all’approvazione di un regolamento integrativo di quello sulla formazione iniziale (DM 249/10). Alla luce di questa situazioni, tutte le organizzazioni sindacali hanno chiesto la piena assunzione di responsabilità rispetto ad annunci che hanno determinato aspettative e tensioni e che invece sembrano ormai cadere nel vuoto.” A questo punto sembrerebbe chiaro che tutti, anche chi da tre anni insegna, dovranno concorrere nel cosiddetto “quizzone” di luglio, per poter accedere ai test universitari e al tirocinio nella scuola scelta. Per cercare di fare chiarezza sulla questione, l’associazione Diesse Lombardia ha organizzato a Milano un incontro con Michele Faldi, direttore della didattica e servizi agli studenti dell’Università Cattolica di Milano, che ha spiegato come si starebbero preparando le università ad affrontare tutto l’iter. A detta di Faldi, il Crui, l’associazione dei rettori, ha “convenuto che i corsi universitari partiranno tra settembre e ottobre e dovranno essere omogenei e armonici. Anche per quanto riguarda i costi di iscrizione non ci saranno grandi differenze (la forbice è tra i 2300 / 2600 euro). Ha aggiunto inoltre che da parte del Miur non sono arrivate altre novità e, molto probabilmente, non ne arriveranno più; non usciranno più decreti, pur restando alcuni punti oscuri o perlomeno discutibili. Per esempio per quanto riguarda il reclutamento dei tutor da parte delle università: per questo i responsabili degli atenei stanno pensando ad una specie di bando che li possa reclutare, a prescindere dal decreto che dovrebbe già essere arrivato da Roma e del quale non si hanno ancora notizie. Faldi ha aggiornato il numero degli iscritti in queste ore, che è di poco più di centomila, molto al di sotto delle previsioni ministeriali, e ha poi aggiunto che, dopo gli ultimi chiarimenti sui pre test, il trend sta crescendo e molti, interessati, si stanno iscrivendo proprio in questi ultimi giorni. La prima parte dei test partirà, quindi, verso la seconda metà di luglio, mentre le università, decise a rendere il percorso dei candidati il più chiaro possibile, stanno lavorando alle linee guida delle prove successive, pur mantenendo un percorso autonomo per quanto riguarda le date delle prove scritte e orali. Anche per questo passaggio non mancano problemi di organizzazione: ci sono università che, prevedendo un alto numero di candidati, stanno facendo fatica a trovare spazi, docenti disponibili per i corsi e personale di vigilanza scolastico, ma tutto si dovrebbe risolvere per l’inizio del percorso di formazione. Faldi ha concluso il suo intervento invitando a visitare il sito del ministero per rimanere aggiornati sulle ultime novità. Ha poi rivolto ai presenti un appello, spiegando loro che, in ogni caso e pur comprendendo le tante difficoltà, quella che hanno davanti è un’opportunità da sfruttare. Anche la presidente di Diesse Lombardia, Mariella Ferrante, ha espresso alcuni dubbi su come si è svolta la preparazione di queste attese prove da parte del ministero e ha posto alcune domande alla politica e ai suoi rappresentanti.” Pasquale Almirantedalla tecnica della scuola.it |