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PRECARI ESASPERATI: MONTI COME TREMONTI, LA SCUOLA PAGA I CONTI

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È uno degli slogan che hanno contrassegnato la manifestazione organizzata a Roma dal Cps. Tra i punti contestati all’attuale governo figurano la premialità, le prove Invalsi, i concorsi pubblici e la riforma delle pensioni: anziché assumerci, ci state respingendo.
Senza scuola non c’e’ futuro, Monti & Profumo non vi crede più nessuno“. È lo striscione che ha aperto la manifestazione organizzata il 26 maggio a Roma dal Coordinamento nazionale precari scuola: partiti da piazza della Repubblica, centinaia di precari, studenti e comuni cittadini hanno percorso il centro della capitale fino a raggiungere il Colosseo. Tante le bandiere che sventolavano: in prevalenza quelle viola del Cps, con rappresentanti provenienti da tante località. Ma anche del Cub, della sinistra extra-parlamentare, dell’Unione sindacale italiana. Presente anche qualche bandiera dell’associazione ‘Libera’, guidata dal don Luigi Ciotti. C’è da dire, comunque, che in base alle aspettative che si erano create ed al crescere del numero di adesioni degli ultimi giorni, ci si aspettava forse un maggior sostegno.
Presenze e stendardi a parte, i messaggi del Coordinamento nazionale precari scuola sono comunque tutti arrivati a destinazione. Uno degli “obiettivi” più ricorrenti dei manifestanti sono stati i tagli all’istruzione del governo Berlusconi. Ma anche l’intenzione di insistere sulla premialità, da parte del governo in carica, per individuare studenti, docenti e istituti più meritevoli di essere finanziati dallo Stato.
No tassativo anche alle prove Invalsi. Come pure per i concorsi: i presenti hanno voluto ricordare al ministro Profumo che prima di formare nuovo precariato bisogna collocare tutti coloro che – quasi sempre laureati e pluri-abilitati – da tanti anni attendono di essere collocati in ruolo. Nel mirino, infine, la riforma delle pensioni, che facendo slittare sino a quasi 70 anni il momento in cui si lascerà il servizio, non potrà che allungare ancora le già lunghe liste di attesa dove figurano centinaia di migliaia di candidati ad ottenere un posto fisso nel comparto dell’istruzione.
Voi la scuola non comprate”, hanno a lungo gridato i manifestanti rivolgendosi alle istituzioni e ai responsabili dell’istruzione pubblica. La presenza degli studenti e delle associazioni studentesche non è passata inosservata: in diverse occasioni è stato scandito il noto slogan “Noi la crisi non la paghiamo”. Ma anche “La scuola e pubblica e non si tocca. La difenderemo con la lotta“.
Diversi gli striscioni che hanno accompagnato il corteo. Tra questi, “Se pensate che l’istruzione sia costosa provate con l’ignoranza: viva la scuola pubblica” e “Monti come Tremonti: la scuola paga i conti”.
Molti hanno sfilato indossando magliette con messaggi ulteriori. I precari, in particolare, hanno “rispolverato” la tenuta che da qualche tempo utilizzano in queste occasioni per ricordare ai decisori politici e all’amministrazione il loro stato d’animo: “P-rofessionisti, R-adiati, E-sasperati, C-ancellati, A-nnullati, R-aggirati, I-gnorati”. La manifestazione si è svolta quasi in contemporanea con quella di Brindisi, dove è stata ricordata Melissa Bassi ad una settimana esatta dall’incredibile attentato che le ha strappato la vita. Per partecipare al dolore dei compagni ed in segno di lutto per la ragazza pugliese, molti partecipanti al corteo romano hanno deciso di manifestare indossando delle fasce nere.
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