A presentarli saranno gli specializzati precari e di ruolo, ma anche le famiglie degli studenti disabili contrarie a far affiancare i loro figli a personale demotivato e costretto a vestire questo ruolo solo per non perdere il posto di lavoro. I legali punteranno tutto sul percorso formativo troppo facilitato rispetto a chi ha svolto due anni di Università.
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Esattamente come è accaduto a fine 2011, quando saltò tutto in extremis, a bando ormai quasi scaduto, quella della riconversione sul sostegno si sta trasformando in una “patata bollente”. Dopo le proteste dei sindacati e dei precari (anche se mancano all’appello le associazioni che difendono i disabili), nelle ultime ore abbiamo appreso della volontà da parte di un raggruppamento di diretti interessati di contrastare l’avvio dei corsi rivolgendosi al Tar. Che così nelle prossime settimane sarà chiamato ad esprimersi sulla richiesta di annullamento del decreto direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012.
Tra chi intraprenderà questa strada c’è l’avvocato siciliano Fabio Ganci, che ha già predisposto il ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio: secondo il legale, che ha seguito in passato i ricorsi patrocinati dall’Anief sulla stabilizzazione dei precari ed i loro trasferimenti a “pettine”, la riconversione sul sostegno del personale docente in esubero contiene un vizio basilare evidente. La cui evidenziazione potrebbe far annullare l’intera procedura: “il ministero dell’Istruzione – ci dice Ganci – ha predisposto un corso di formazione fortemente limitante, a livello di contenuti e di crediti, rispetto alla specializzazione universitaria biennale seguito con profitto negli ultimi 10 anni da decine di migliaia di docenti. Se a questo aggiungiamo la possibilità di andare a fare sostegno già dopo lo svolgimento di un solo modulo dei tre previsti, è evidente che si sta operando una discriminazione”.
Secondo l’avvocato è vasta la platea di insegnanti che verrebbero penalizzati dal decreto che apre alla riconversione: “si va dai precari specializzati sul sostegno, che sarebbero scalzati da più di 10.000 docenti in esubero, agli insegnanti di sostegno di ruolo da diversi anni in servizio nella stessa scuola, che sarebbero scavalcati nelle graduatorie d’istituto dai ‘soprannumerari’ con tanti anni di servizio sulla disciplina e riconvertiti frettolosamente sul sostegno. Ma anche gli alunni con disabilità – continua il legale – subirebbero un bel danno, trovandosi come docenti di sostegno persone prive di esperienza sul settore e, soprattutto, di motivazione, a parte quella derivante dal timore di essere ‘ricollocati’ o addirittura ‘licenziati’”.
Insomma, l’offensiva contro le riconversioni è ormai entrata nel vivo. E la proroga delle presentazioni delle domande dal 25 maggio all’8 giugno sembrerebbe favorire il popolo dei contrari: nei prossimi giorni potranno infatti giocarsi le ultime carte per fermare sul filo di lana l’avvio dei contestati corsi. Riuscire stavolta il Ministero a tenere duro e tirare dritto per la strada intrapresa?
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