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La scuola unita contro l’attentato di Brindisi: un atto di gravità inaudita

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Da associazioni, sindacati, docenti e studenti parole di condanna e rabbia. Si propende per la matrice mafiosa. E se così fosse si chiede all’unisono una risposta forte da parte dello Stato e delle istituzioni. Ma serve anche coesione e solidarietà sociale.
Sgomento, dolore, rabbia, incredulità. Sono i sentimenti che sta provando il mondo della scuola per l’attentato avvenuto oggi a Brindisi, davanti all’istituto professionale femminile Morvillo-Falcone, a seguito del quale una ragazza ha perso la vita, un’altra è in gravissime condizioni ed altre sette risultano ferite.
Sulla matrice dell’attentato il Cidi, Centro iniziativa democratica insegnanti, sembra non avere dubbi: “morire per l’esplosione di una bomba davanti alla scuola. Pochi giorni prima dell’anniversario della strage di Capaci, nel giorno dell’arrivo a Brindisi della carovana antimafia organizzata da Libera. È un atto di una ferocia senza precedenti (mai si era arrivati a colpire mortalmente degli studenti ndr), perché colpire i nostri giovani è uccidere un’altra volta tutti i morti di mafia”. Secondo il Cidi, di fronte a tale ferocia per i docenti italiani c’è solo una strada da percorrere: “continuare, come sempre, a insegnare il valore della legge e della convivenza civile, l’amore per la libertà, il significato della democrazia, come si fa nell’Istituto Morvillo Falcone di Brindisi, una scuola impegnata in prima linea nell’impegno per la cultura della legalità”.
Sono in tanti a supporre che dietro all’attentato vi sia la mafia. “La scuola Morvillo-Falcone aveva vinto il Primo premio della prima edizione del concorso sulla Legalità”, ha ricordato il portale studentesco Universinet.it chiedendo anche “una immediata reazione dello Stato contro la barbarie terroristica di stampo mafioso che ha colpito un istituto da sempre impegnato in prima linea per promuovere la cultura della legalita’ contro tutte le mafie”.
Immediate sono state anche le reazioni dei sindacati che operano nel comparto scuola. Alle prime dei Confederali, hanno fatto seguito quelle di quasi tutte le altre organizzazioni. “E’ la prima volta che viene colpita una scuola. Si tratta di un fatto di gravità inaudita”, ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. Secondo Di Meglio “il nome stesso della scuola e la coincidenza con la tappa odierna della Carovana della legalità fanno nascere più di un sospetto sulla matrice dell’esplosione. Se si accertasse che l’ordigno è collegato a episodi paramafiosi, sarebbe davvero sconcertante. Le scuole, infatti, sono l’avamposto delle istituzioni”.
Dello stesso avviso e Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, per il quale “la mafia da sempre ha attenzione per l’istruzione, perché la teme, Nel senso che – continua il sindacalista – la cultura potenzialmente mina al cuore delle organizzazioni malavitose. Non solo: colpire una scuola e i suoi studenti significa rappresentare al massimo l’odio per la legalità e le istituzioni. Ma questo attentato – conclude d’Errico – dimostra anche che il paese sta toccando livelli di inciviltà inauditi”.
L’Anp, il sindacato che tutela dirigenti e alte professionalità della scuola, “condanna per ogni forma di violenza e si dichiara vicina a quanti – istituzioni, dirigenti, docenti, operatori scolastici, studenti e loro famiglie – si adoperano per ripristinare nella scuola e nella comunità brindisina il necessario clima di coesione e solidarietà sociale che isoli e condanni gli autori di un gesto tanto efferato quanto inaudito, che colpisce oggi una scuola per colpire il futuro del Paese”.
Per Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, serve un’immediata risposta, all’altezza, da parte delle istituzioni: “l’attentato di oggi deve essere punito in maniera esemplare e deve convincere lo Stato a essere più presente in quelle scuole che in molte realtà del sud e delle zone di periferia rappresentano l’ultimo baluardo di legalità”. Pacifico chiede quindi “un serio piano di intervento del Miur contro ogni tipo di mafia, per fornire risorse, strumenti e finanziamenti adeguati che non possono esseri quelli dedicati alla sola celebrazione di alcune ricorrenze, pure necessarie ma non esaustive”. L’ultimo pensiero del leader dell’Anief è per “quei vigliacchi traditori che oggi hanno distrutto più di una famiglia” che “devono essere assicurati alla giustizia”. L’Anief ha anche annunciato che il 23 maggio chiuderà la Segreteria nazionale, “in segno di lutto per le vittime di oggi e di ieri che ricorderemo in piazza e nei convegni organizzati per confermare la scelta per il partito della giustizia”.
Intanto le iniziative della Rete degli studenti e dell’Unione degli universitari si allargano: il sit in delle ore 18,30 inizialmente organizzato solo a Brindisi è stato esteso in tutte le principali città tutta Italia. A Roma si svolgerà al Pantheon: “tutti gli studenti scenderanno nelle piazze con un fazzoletto bianco in mano in segno di solidarietà per le vittime dell’attentato”.
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