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TFA, PER ACCEDERE DIRETTAMENTE SERVONO 540 GIORNI DI SUPPLENZE

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A precisarlo fonti vicine al Miur: sarà indispensabile, in pratica, aver lavorato per tre anni scolastici. In tal modo i corsisti in sovrannumero sarebbero molti meno. Entro pochi giorni il Ministero emanerà comunque una scheda per sciogliere i tanti dubbi e rasserenare gli animi.
Non sarebbe un lapsus. La quota indicata nei giorni scorsi dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, per accedere direttamente ai Tfa ed evitare quella che, in diverse classi di concorso, si preannuncia una dura preselezione sarebbe infatti corretta: fonti vicine al Miur ci hanno confermato che i giorni di supplenze necessarie per rientrare nella deroga sarebbero i tre anni scolastici indicati dal responsabile del dicastero di viale Trastevere. E non i 360 giorni di servizio non di ruolo che sino ad oggi rappresentavano la soglia per ammettere i candidati alle prove riservate.
La logica adottata dal Muir è stata questa: poiché per ogni anno scolastico vanno considerati 180 di servizio svolto, ne occorreranno almeno 540. La precisazione sembrerebbe anche scacciare una parte dei timori che stavano avvolgendo non tanto lo svolgimento dei Tfa, ma soprattutto la loro spendibilità. A seguito di un numero ad esempio raddoppiato di abilitati, e a fronte di una quantità non altrettanto adeguata di posti vacanti, il rischio di assistere ad una ennesima “guerra” tra precari (con i più giovani destinati a soccombere) sarebbe stato davvero alto. Ora, però, avendo intenzione il ministero dell’Istruzione di alzare ben più su l’asticella della soglia di accesso, prendono quota le chance che le domande di iscrizione ai corsi prodotte da precari già andati dietro la cattedra siano prodotte in un numero ragionevole. E più facilmente gestibile.
In ogni caso, per sgomberare il campo a questo e molti altri equivoci (qualche candidato si sarebbe anche posto il dubbio sul fatto che l’accesso preferenziale con almeno tre anni di lavoro non comporterebbe la creazione di una lista in sovrannumero rispetto alle stime iniziali), da viale Trastevere starebbero preparando una scheda tecnica (oltre che un’integrazione al regolamento) proprio sulle modalità selettive ed organizzative dei Tfa. Il documento, che potrebbe essere reso pubblico attraverso un ulteriore decreto, conterebbe tutte le risposte ai quesiti che i precari interessati ai corsi stanno ponendo alla stampa specializzata, ai sindacati ed allo stesso Miur. Ora, si spera che la comunicazione illuminante arrivi il prima possibile. Altrimenti i Tfa sarebbero destinati a partire all’insegna del caos, delle polemiche e del malcontento.
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