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Sono 10 mila í prof che non svolgono più le loro funzioni in classe: imminente il riordino. Distacchi e comandi nel mirino. Niente più docenti prestati ad associazioni o ad altri m

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La fotografia è scattata dal rapporto sulla spending review del ministro dei rapporti con il parlamento, Piero Giarda, oggi nelle mani del commissario straordinario ai tagli, Enrico Bondi. 
Nell’ambito della spending review sul settore della pubblica istruzione, che ha un bilancio di 53 miliardi, un capitolo ad hoc riguarda «la riduzione dei distacchi e dei comandi».
E al ministero dell’istruzione stanno preparando il dossier. In parte si tratta di rivedere la disciplina dei distacchi sindacali che costano, secondo una stima che risale al 2009, circa 30 milioni di euro di soli stipendi per i distaccati. Ci sono poi i supplenti che devono sostituire il docente assente in classe, altri 30 milioni.
Il riordino è di competenza a metà con la Funzione pubblica, e, dopo la firma dell’intesa sulla riforma del pubblico impiego, è probabile che la materia sia decisa al tavolo del confronto con i sindacati. Stesso discorso per il personale in esubero e per gli inidonei: si tratta di far decollare la mobilità, verso altri comparti o almeno funzioni.
Più diretto sembra invece l’intervento sui docenti comandati presso associazioni pubbliche e private e organi costituzionali, circa 1250, e i 700 comandati presso lo stesso dicastero di viale Trastevere. Salvo che per funzioni scoperte, il personale in questione potrebbe essere restituito ai ruoli di appartenenza.
Per quanto riguarda l’assegnazione alle associazioni, i criteri previsti sono abbastanza fluidi, decisiva è la valutazione dei ministri: secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’ultima tornata di nomine, gestita dall’ex ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, vede docenti distaccati presso il Wwf e la Comunità di San Patrignano, la Compagnia delle opere educative e la Comunità di Sant’Egidio, ma anche presso associazioni professionali vicine ai sindacati, come la Dirscuola che fa riferimento all’Anp, il sindacato dei presidi, e poi l’Unione cattolica degli insegnanti medi, c’è poi il Comune di Castellamare di Stabia e la cooperativa per i servizi alla persona Fenice.
E non è finita.
Perché andando a caccia di chi sta a libro paga della scuola ma non ci lavora, si scopre che ci sono docenti utilizzati presso il Coni, ne risultano 7, e poi i comandati presso enti di ricerca pubblici, 38, e chi ha incarichi di studio e consulenza presso enti internazionali (18).
Il tutto sempre giustificato da apposite previsioni legislative, che così vogliono riconoscere il valore sociale ed educativo di attività terze rispetto a quelle della scuola.
C’è anche una legge che consente di assegnare dei «provvisori» al ministero della difesa: ne risultano 17.
Nelle scorse settimane al senato il pdl Giuseppe Firrarello ha depositato un’interrogazione per chiedere «quali accorgimenti il ministro dell’istruzione abbia posto o intenda porre in essere per contenere il fenomeno dei distacchi del personale». Ora, dopo la spending review, rispondere sarà non solo un adempimento formale, ma un impegno sostanziale per definire, in tempo cli crisi, quali sono le spese essenziali da caricare sulla scuola e quali invece si possono tagliare.

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