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I COBAS IN SCIOPERO CONTRO I QUIZ INVALSI DAL 9 MAGGIO

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A partire dal 9 maggio i Cobas in sciopero per protesta contro quella che chiamano: “la scuola-quiz che smantella l’istruzione”. Pietro Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, lancia il comunicato.
“I Signori Invalsi e il Miur, dopo aver ripetutamente modificato le date dei loro ridicoli quiz, stanno spingendo la grande maggioranza dei presidi a esercitare minacce e illegali pressioni su docenti e studenti, affinché non si sottraggano alla distruttiva farsa degli indovinelli Invalsi che verranno somministrati il 9 e l’11 maggio alle Elementari, il 10 alle Medie e il 16 alle Superiori”.
“A tal fine si diffondono senza scrupoli – aggiunge – montagne di falsità sull’obbligo di svolgere i quiz in orario scolastico per istituti, insegnanti e studenti e si annunciano provvedimenti disciplinari per chi vi si sottrarrà, con un mobbing che arriva fino a ventilare la sostituzione del personale che, rispondendo alla convocazione dei Cobas, sciopererà il 9 maggio alle Elementari, il 10 alle Medie e il 16 alle Superiori per protestare contro una misera scuola-quiz che smantella materialmente e culturalmente l’istruzione, trasformando i docenti in addestratori di quiz, che preparino gli studenti ad una futura manovalanza precaria”.
“Ma né le minacce né le illegalità dilaganti nelle scuole impediranno lo sciopero e la protesta, che si esprimerà anche con varie forme di boicottaggio dei quiz e con manifestazioni e sit-in nelle principali città di docenti ed Ata insieme ai genitori il 9 maggio e con varie strutture studentesche il 16”. “I quiz Invalsi non sono obbligatori, nonostante la frasetta del Decreto Semplificazioni che li giudica ‘attività ordinaria’. Ogni attività ordinaria al di fuori delle lezioni e delle riunioni degli Organi collegiali, oltre a dover essere decisa da questi ultimi, non comporta alcun obbligo per docenti, Ata o studenti”.
“Diffidiamo infine i presidi dal proseguire nel mobbing contro i docenti anti-quiz e in particolare dal sostituire gli scioperanti, azione che, configurandosi come attività anti-sindacale, ci obbligherebbe a denunciarne alla magistratura i responsabili” conclude.
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