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Profumo riparla di concorso e il problema del reclutamento si complica

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Il ministro dell’istruzione Profumo ha parlato a Catania, a margine della presentazione dei bandi per smart cities e smart communities, ancora una volta di concorso, ritornando, nuovamente, sulla sua iniziale idea di ripartire in modo differenziato i posti per le graduatorie ad esaurimento da quelli del concorso per esami.

Noi abbiamo una situazione pregressa con le graduatorie che ormai perdura da molti anni non essendoci stati concorsi dal 1999. Nello stesso tempo dobbiamo dare un segnale forte ai giovani, non possiamo lasciarli sempre indietro. Per cui avvieremo nell’autunno un doppio canale di reclutamento: un canale più grande e più importante dalle graduatorie e un canale un po’ più ridotto con un concorso per i giovani”.

Per avviare dal prossimo autunno questa nuova forma di reclutamento, come ha dichiarato Profumo, occorre prima di tutto cambiare la legge che ripartisce oggi i posti in quote uguali (fifty-fitfy) tra il concorso e le graduatorie ad esaurimento.

Occorre poi bandire i concorsi ordinari, ma, per farlo, occorre prima dare un regolamento nuovo alle procedure concorsuali secondo quanto previsto dalla cosiddetta norma Fioroni della legge finanziaria 2008.

Uno dei problemi del Paese, della scuola e dell’università – ha continuato – è che per molti anni non si sono fatti concorsi. Adesso qui si sono accumulati, quindi io credo che attraverso un’operazione di questo genere, con molto buonsenso, si possa riavviare un processo che, naturalmente non risolverà nell’immediato il problema, ma che rimette il Paese nella direzione di diventare un Paese normale”.

Sono le stesse parole che il ministro ha usato quattro mesi fa; si può essere d’accordo, ma bisogna passare presto da quelle parole ai fatti, prima che tutto si esaurisca in vuoti proclami.

Per i concorsi stiamo facendo la fotografia esatta di quelle che sono le disponibilità dei posti a fronte anche delle nuove regole sul pensionamento”. Anche questo il ministro lo aveva già detto alle Camere circa due mesi fa. A che punto siamo?

Vorremmo – ha continuato il ministro – che il concorso fosse fatto in modo tale da fare una valutazione delle competenze delle persone ma anche della loro attitudine a stare in aula”.

Affinché il concorso cambi impostazione occorre modificarne alle radici i contenuti. C’è il tempo per farlo? E tutta “la macchina” sta correndo in quella direzione?


TuttoscuolaFOCUS domenica 29 aprile 2012
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