No alla ‘chiamata diretta’ da parte dei presidi, ma sì ai concorsi di scuola, o di reti di scuole, per assumere personale docente e non docente a tempo determinato. In pratica, come ha detto Aldo Tropea, presidente del Consiglio nazionale ANDIS, “non sarebbero più i docenti a scegliere le scuole, ma sarebbero le scuole a scegliere in prima istanza”, sia pure all’interno di una graduatoria di aventi diritto alla nomina.
E’ questa la novità di maggior rilievo emersa nella giornata organizzata dall’ANDIS Lombardia al liceo “Carducci” di Milano per discutere della legge regionale sul reclutamento.
Le relazioni di carattere tecnico, ma allargate ai temi nodali della politica scolastica italiana (autonomia, federalismo, carattere qualitativamente e socialmente squilibrato dell’offerta formativa), sono state presentate nella mattinata, dopo l’introduzione di Loredana Leoni, presidente ANDIS Lombardia, da Gianfranco De Simone (Fondazione Agnelli), Anna Maria Poggi (Università di Torino), Eugenio Gotti (Regione Lombardia) e Luca Volontè (Ufficio Scolastico Regionale).
Nel pomeriggio, stimolato dall’introduzione di Aldo Tropea, si è sviluppato l’atteso confronto tra i decisori politici e amministrativi: Valentina Aprea, neo-assessore all’Istruzione di Regione Lombardia, Fabio Pizzul, consigliere regionale del PD, Giuseppe Colosio, Direttore dell’USR Lombardia, e il sottosegretario Marco Rossi Doria.
Il dibattito tra i partecipanti si è svolto in un clima di reciproco rispetto e disponibilità. Rossi Doria – e anche Pizzul per quanto riguarda la dimensione regionale – hanno dato atto a Valentina Aprea di aver mostrato flessibilità e capacità di mediazione, rinunciando all’impostazione originaria del suo disegno di legge nazionale sulla governance degli istituti e di quello regionale sul reclutamento.
Aprea, dal suo canto, ha giustificato la scelta di ridurre il campo di applicabilità del concorso di scuola ai soli contratti a tempo determinato in termini di realismo politico, fermo restando che servirà comunque un accordo tra la Regione e il Ministero. Ma a suo giudizio il testo unificato di riordino degli organi di autogoverno delle scuole pone premesse importanti per il successo dell’iniziativa perchè conferisce alla scuola la facoltà di costruire statuti al cui interno possono essere previsti ambiti e strumenti per l’identificazione delle modalità con cui procedere ai bandi di scuola.
tuttoscuola.com | venerdì 20 aprile 2012 |
I bandi di scuola, spiega una nota dell’ANDIS, metteranno a concorso i posti disponibili e non occupati da personale di ruolo: potranno fare domanda cioè i docenti che hanno comunque diritto ad essere nominati in base alla graduatoria.
Ciò che cambia è che l’assegnazione della cattedra scaturirà “non più da una scelta unilaterale del lavoratore, ma da un incontro tra la valutazione della scuola e la scelta del docente di fare domanda in una certa scuola piuttosto che in un’altra”. I docenti non assunti sulla base del bando di scuola potranno comunque scegliere successivamente in maniera tradizionale.
Contro la sperimentazione di queste nuove modalità di reclutamento si annunciano barricate da parte della sinistra sindacale e politica antagonista, contraria in linea di principio a quelle che considera forme di ‘privatizzazione’ delle scuole pubbliche, ma se l’operazione andrà in porto la Lombardia, ad avviso di Tuttoscuola, farà da apripista verso un interpretazione avanzata e concretamente innovativa del federalismo scolastico e dell’autonomia delle scuole. Va dato atto all’ANDIS di aver contribuito, con la sua iniziativa milanese, a rompere il tabù burocratico, ma anche sindacale, dello scorrimento automatico delle graduatorie.
tuttoscuola.com | venerdì 20 aprile 2012 |