Classi sovraffollate, più alunni disabili nella stessa classe, docenti di sostegno che fanno supplenze: che ne è dell’integrazione? Il provvedimento ministeriale n. 9839/10 vieta di sostituire i docenti assenti con il personale in servizio sui posti di sostegno. Eppure, tale espediente è stato usato molte volte. La nota ministeriale, infatti, prevede che non si debba ricorrere agli insegnanti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili.
Casi ECCEZIONALI o REGOLA? – Molti dirigenti scolastici dell’eccezione hanno fatto una consuetudine, tanto che spesso il progetto di integrazione è stato interrotto per utilizzare il docente di sostegno per le supplenze. In altri casi le supplenze temporanee sono state invece affidate al docente curricolare in compresenza; in tali circostanze l’insegnante di sostegno, pur rimanendo nella propria classe, ha comunque interrotto il proprio lavoro per sostituire il collega curricolare.
Il protrarsi di situazioni di questo tipo ha recentemente portato il dirigente dell’Ambito Territoriale di Cosenza a spedire ai presidi una circolare che richiama l’eccezionalità di tale soluzione stabilita dal MIUR. L’uso improprio della figura dell’insegnante di sostegno è stato denunciato anche dal Comitato delle Associazioni Disabili della provincia di Bologna.
SOVRAFFOLLAMENTO, AUMENTO ED INSERIMENTO DI PIU’ ALUNNI DISABILI – Secondo il mensile Tuttoscuola nel prossimo anno scolastico vi saranno 195 mila allievi disabili, mentre solo dieci anni fa erano poco più di 116 mila. Anche l’Istat ha recentemente rilevato un aumento delle certificazioni del 7%, cui non corrisponde però l’aumento dei docenti e delle ore di sostegno. In molti casi, perciò, le famiglie sono dovute ricorrere ai tribunali per vedere riconosciuto il diritto allo studio dei propri figli.
A questo si aggiunge il sovraffollamento delle aule e la pratica sempre più diffusa dell’inserimento di più alunni con disabilità nella stessa classe. E’ chiaro che se in tale situazione i docenti di sostegno vengono anche impropriamente utilizzati per coprire le ore di supplenza l’integrazione rimane solo sulla carta, sacrificata per esigenze di cassa.
Il numero dei docenti di sostegno precari è molto elevato (oltre il 30% dell’organico) e ciò impedisce di fatto la reale continuità dell’insegnamento e, con essa, la costruzione di un concreto progetto di integrazione. I docenti di sostegno, a causa della mancanza di risorse seguita ai tagli, non di rado vengono utilizzati per altri incarichi. Le classi sono numerose e spesso in esse sono inseriti più allievi con disabilità. La sensazione evidente è che si stia tornando indietro.
Secondo Gabriella D’Abbiero, presidente dell’Anffas di Bologna, negli ultimi anni la cultura sulla disabilità è peggiorata. A scuola, “gli insegnanti di sostegno sono sempre meno, e sempre più famiglie rinunciano alla certificazione di disabilità”.
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