fbpx

Soprannumerari, il tempo stringe: serve una soluzione

1166
A lanciare l’allarme, attraverso un’interpellanza, è stato l’on. Anita Di Giuseppe (Idv): se non si interviene si corre il rischio di vederli messi in mobilità e di conseguenza licenziati nel giro di un paio di anni al massimo. A temere di più sono i prof delle superiori.
L’incerto destino dei docenti soprannumerari diventa tema di discussione anche alla Camera. A sollecitarlo è stato l’on. Anita Di Giuseppe, membro del Dipartimento Scuola dell’Italia dei Valori, durante un’interpellanza, a cui per il Miur ha risposto il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria.
L’esponente dell’Idv si è rivolto prima al governo, sostenendo che essendo “composto da tecnici, non può non vedere i problemi creati dalla riforma Gelmini”, che andrebbero quindi risolti attraverso degli interventi immediati. Tra le priorità, la Di Giuseppe pone proprio quello di venire incontro alle migliaia di “docenti in sovrannumero, che hanno già perso la propria cattedra: vanno tutelati con provvedimenti di massima urgenza, altrimenti si corre il rischio di vederli messi in mobilità e di conseguenza licenziati nel giro di un paio di anni al massimo, tutto questo francamente, è inaccettabile”.
Il problema, in effetti, è tutt’altro che marginale. Quest’anno sono rimasti senza titolarità oltre 10mila docenti, appartenenti a tutti i cicli ma in prevalenza della scuola media superiore (oltre 8mila, a fronte di 1.772 maestri della scuola primaria e appena 540 nella secondaria di primo grado). Il Miur, consapevole del probabile innalzamento del loro numero, a seguito dell’entrata a regime della riforma del secondo ciclo, con diverse classi di concorso fortemente penalizzate dal cambio dei programmi e dalla riduzione delle ore settimanali, di recente ha anche provato ad organizzare dei corsi di riconversione sul sostegno (che annoverando circa 35mila posti liberi rappresenta un sicuro ”rifugio”). Ma l’eccesso di ore di formazione da svolgere via internet, e non solo, hanno costretto l’Ansas, organizzatore dei corsi, a fermare tutto.
Lo stesso on. Di Giuseppe ha detto, nel corso della sua interpellanza, che “l’idea di far frequentare un corso on line ai docenti in esubero,per poi utilizzarli sul sostegno ci sembra davvero balorda: ancora una guerra fra poveri, si sistema qualcuno a discapito di altri”. In mancanza di una soluzione, che a questo punto difficilmente potrà arrivare in funzione del prossimo anno scolastico, nella prossima estate migliaia di prof in eccesso potranno teoricamente rischiare di sentirsi tirare dentro il vortice della mobilità coatta. Che, in casi estremi, potrebbe comportare trasferimenti di provincia. Se non addirittura di ruolo. Come per gli Insegnanti tecnico pratici, per i quali si profila addirittura l’arretramento professionale come assistenti tecnici (mantenendo comunque lo stipendio da insegnanti). Ed in prospettiva il clamoroso addio al posto di lavoro.
Al ministero dell’Istruzione hanno ben chiara la portata del problema. E stanno continuando a verificare quali strade percorrere, proprio per evitare che scattino quelle “penalità” (inconsuete per i dipendenti pubblici ed in particolare della scuola) introdotte assieme agli ultimi provvedimenti del governo Berlusconi, poco prima che lasciasse la mano a quello attuale.
“Ringrazio il sottosegretario Rossi Doria – ha replicato la rappresentante dell’Idv – per la sua vicinanza alla scuola: fa piacere trovare persone competenti all’interno dei Ministeri, ma non posso ritenermi soddisfatta della risposta all’interpellanza presentata dal gruppo dell’Italia dei valori , riguardante gli oltre 10.700 docenti di ruolo in esubero, visto che non ci è stata data una risposta risolutiva”.
In questo articolo