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La Finanza scopre due atenei telematici inesistenti: rilasciavano master fasulli

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Le due università private, senza sede e aule, chiedevano mille euro a specializzazione. Gli iscritti però non lo potevano sapere: si trattava esclusivamente di studenti-lavoratori. L’ideatore? Un prof vero.
Mille euro per ottenere un Master. Sconti per che si iscriveva a più di un corso. Era questa la filosofia commerciale di due Università fasulle, scoperte dal Gat, il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, dopo aver accertato che nella truffa erano cadute numerosi laureati a caccia di un titolo ‘universitario’ specializzante.
La Finanza ha scoperto, nell’ambito l’indagine battezzata ‘Magna magna cum laude”, diretta dal Procuratore Agg. Alberto Caperna della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, che gli atenei coinvolti erano addirittura privi di una sede e delle aule. Gli iscritti però non lo potevano sapere: si trattava, infatti, esclusivamente di studenti-lavoratori alla ricerca di titoli da utilizzare nell`ambito di concorsi pubblici e da sfruttare per la propria progressione di carriera. Tra i percorsi didattici inesistenti il Master in diritto di famiglia civile e penale, quello in diritto comunitario del lavoro e processuale o ancora in diritto del lavoro e processuale amministrativo.
Per i militari è stato impossibile mettere i sigilli alle porte degli Atenei inesistenti. Sono stati resi inaccessibili, invece, i diversi siti web con cui venivano reclamizzate le infondate attività di studio e le ancor meno veritiere certificazioni di diplomi e lauree. In particolare, sono stati sottoposti a sequestro www.logosegiustizia.com (una sorta di portale in cui venivano prospettate opportunità irripetibili di formazione ad alto livello), http://www.unilusi.it (corrispondente alla sedicente Università Giovanni Paolo II o Università Karol Wojtila) e www.unisuis.com (Sophia University of International Studies). I finanzieri hanno inoltre sequestrato una corposa documentazione e i conti correnti su cui sono confluite le somme versate dagli iscritti.
A quanto sembra, i laureati caduti nella trappola sarebbero stati diverse decine. Ma sarebbero molti di più quelli che, non avendo coscienza di esser capitati nel bel mezzo di un raggiro, verranno a scoprire la verità sulla loro situazione “universitaria” e potranno denunciare la truffa.
L`inventore dei fantomatici atenei sarebbe un docente (vero!) dell`Università degli Studi della Tuscia che, approfittando del suo incarico, non ha avuto difficoltà a coinvolgere gli aspiranti alla frequenza di corsi di specializzazione postuniversitaria.

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