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Tfa, le ultime su esclusi, modalità e costi

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Mentre per quanto riguarda gli ammessi ai Tfa, le indicazioni che il Miur avrebbe dato agli atenei autorizzati ad avviare i corsi non sono molto distanti da quelle date in occasione delle ultime Ssis: la spesa complessiva per i corsisti sarebbe fissata, quindi, tra i 3.000 ed i 4.000 euro.Non partiranno i corsi per abilitarsi nelle scuole d’infanzia e primarie. Porte chiuse anche per sostegno, musica e tutte le classi di concorso sinora assenti dagli elenchi. Accessibile (30 euro) la tassa per svolgere le prove preselettive. Quella di frequenza tre le 3mila e le 4mila euro. Molti quesiti rimangono però irrisolti.
Ci sono alcune importanti novità sulla predisposizione dei corsi di Tfa che il ministero dell’Istruzione si avvia a predisporre attraverso la pubblicazione, al momento prevista per la seconda decade di maggio. In base a fonti ministeriali, risultano confermati i  4.275 posti da destinare a candidati da assegnare alla scuola secondaria di primo grado e i 15.792 destinati a quella secondaria di secondo grado. La notizia in sé è stata già comunicata nelle scorse settimane, ma considerando i continui cambiamenti di cifre cui ci ha abituato (purtroppo!) il Miur negli ultimi mesi, non possiamo che compiacerci nel vederla ribadita.
Ci sono poi altre conferme. La prima, che non farà di certo piacere a diverse decine di migliaia di interessati che attendevano con ansia, è che al momento il dicastero di viale Trastevere non prevede l’attivazione dei Tfa finalizzati al conseguimento dell’abilitazione per insegnare nella scuola dell’infanzia, nella primaria e nel sostegno. Lo stesso vale per i candidati a diventare docenti di musica. Brutte notizie pure per tutti coloro in possesso di titoli utili ad accedere ai corsi per abilitarsi nelle classi di concorso della secondaria che non figurano ancora negli elenchi ufficiali: il Miur non avrebbe intenzione di attivare questi corsi, poiché si tratta di discipline con personale in esubero oppure con pochissimi posti vacanti. Ed avviare i corsi comporterebbe spese sicure, mentre non produrrebbe grossi vantaggi sul fronte della copertura degli organici.
Come avevamo paventato, inoltre, i Tfa si svolgeranno sulla base delle tradizionali classi di concorso: quelle incluse, per intenderci, nel D.M. n. 39/1998. La comunicazione, ormai ufficiale, continua comunque a destare molte perplessità, soprattutto perché gli oltre 20mila docenti che conseguiranno l’abilitazione avranno come riferimento curricolare delle discipline ormai anacronistiche. Di contro, è sicuramente positiva l’indiscrezione riguardante lo scaglionamento delle varie prove d’accesso (composte da 60 domande a risposta chiusa, di cui 50 relative alla classe di concorso prescelta e 10 sulla comprensione del testo): in tal modo, i candidati in possesso titoli di studio spendibili su più discipline, potranno partecipare a più prove preselettive. Nel caso dovessero poi risultare idonei su più corsi, è chiaro che dovranno decidere quale frequentare e quale lasciare.
Niente “sconti” per coloro che chiederanno di accedere ai corsi attraverso titoli di studio o crediti da conseguire: le credenziali andranno assolte, in pratica, prima dello svolgimento dei test preselettivi (in programma, al momento, tra il 20 giugno ed il 20 luglio prossimi e comunque in date diverse da quelle in cui si svolgeranno i tre scritti nazionali riguardanti gli Esami di Stato delle superiori).
Finalmente cominciano a trapelare informazioni sui costi: quelli per accedere alle prove preselettive dovrebbero aggirarsi attorno ai 30 euro. Mentre per quanto riguarda gli ammessi ai Tfa, le indicazioni che il Miur avrebbe dato agli atenei autorizzati ad avviare i corsi non sono molto distanti da quelle date in occasione delle ultime Ssis: la spesa complessiva per i corsisti sarebbe fissata, quindi, tra i 3mila ed i 4mila euro. Come accade da qualche anno per l’avvio di iniziative che interessano grandi masse di persone, il Miur avvierà un forum, all’interno del quale istituirà le cosiddette Faq rispondendo in tal modo alle domande più comuni e ricorrenti.
Sulla richiesta formulata dai sindacati a proposito della necessità di concedere le 150 ore annuali di permesso studio, invece, non si hanno ancora risposte. Come rimangono inascoltate alcune delle nostre domane rivolte da gennaio al ministro, sempre sullo stesso argomento. Ad esempio, potranno partecipare ai corsi anche i docenti di ruolo? In particolare, potranno accedervi i sovrannumerari? E chi ha almeno svolto 360 giorni di supplenze dovrà concorrere alla pari con coloro che non hanno mai svolto servizi? Ma soprattutto, quale sarà il destino per la massa di candidati esclusi dal corso? Quanti anni dovranno attendere per avere la possibilità di incassare l’abilitazione?

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