Il decreto legge sulle semplificazioni è intervenuto sulla scuola (art. 56 e seguenti su autonomia responsabile, organico funzionale e valutazione), ma non si conosce ancora il testo definitivo. Venerdì 3 febbraio il Consiglio dei Ministri ha rivisto il testo del decreto, mettendo mano, a quanto emerge dalle indiscrezioni, a diverse parti tra cui gli articoli sull’istruzione. Sembra sia stata stralciata, tra l’altro, la novità rilevante e per un certo verso dirompente della trasformazione dei Convitti nazionali e degli educandati in collegi internazionali.
A seconda delle fonti giornalistiche le versioni sul nuovo testo, pur risultando diverse, sembrano coincidere su una questione: sulle norme per l’istruzione il Governo avrebbe tolto il piede dall’acceleratore.
Per la gestione finanziaria delle scuole autonome, a quanto sembra, si parla di flessibilità della gestione e di sperimentazione. Si tratta di una versione all’insegna della prudenza, visto che oggi, con gli scarsi fondi a disposizione, le scuole non hanno possibilità e spazio per tentare interventi alternativi all’ordinaria amministrazione.
Anche per l’organico funzionale sembra che siano state preferite affermazioni di principio con rinvio a successive norme di attuazione, anziché definire da subito l’entità delle risorse d’organico aggiuntivo.
Infatti, per rendere credibile questa svolta indubbiamente positiva dell’organico funzionale, base fondamentale per una effettiva autonomia, occorrono risorse di organico. Molte. Quantificabili intorno al centinaio di migliaia di posti da assegnare con eventuale gradualità. E non è certo questa la stagione delle vacche grasse.
Si parla anche di organico triennale: una scelta all’insegna della stabilizzazione che implica effetti sulle nomine del personale a tempo determinato. C’era anche (è stato confermato nella nuova versione?) l’obbligo delle scuole e dei docenti di dare attuazione alla rilevazione Invalsi degli apprendimenti.
Si tratta del primo provvedimento significativo dell’era Profumo. Da leggere e da valutare.