Le ultime verifiche sono previste per oggi, quando si riunirà il preconsiglio dei ministri. E il fronte più critico è quello del Tesoro, da cui si attende il via libera sull’invarianza di spesa delle norme. Se ci sarà l’ok della Ragioneria generale, per la scuola è fatta: il ministro della funzione pubblica e della semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ha accolto in pieno le richieste su scuola, università, edilizia e convitti, avanzate dal collega Francesco Profumo, in merito al decreto legge sulla semplificazione e lo sviluppo che è atteso a Palazzo Chigi per venerdì prossimo.
Alla scuola è dedicata una sezione ad hoc, che inizia con le disposizioni sull’«autonomia responsabile». Il primo capitolo è quello dell’organico funzionale, che consente in prospettiva di stabilizzare circa 55 mila unità. Il decreto soppianta le tradizionali categorie dell’organico di diritto e di fatto, per lasciare il posto a un contingente di personale assegnato alla scuola per una durata di tre anni, determinato in base alle ultime serie storiche dei fabbisogni di personale; un contingente che dovrà far fronte anche alle supplenze e che avrà il vincolo della permanenza nella scuola appunto per tre anni. In prima applicazione è definito nella misura del contingente in servizio al 2011/2012, pari a 724 mila docenti e 233 mila ausiliari, tecnici e amministrativi. L’organico comprenderà ulteriori 10 mila posti, che saranno attivati a seguito di sequenza contrattuale per supportare la flessibilità, potenziare la didattica, fare i corsi di recupero. Si tratta di riutilizzare a questo scopo anche gli spezzoni orari. Complessivamente, si stima di recuperare circa 55 mila posti stabili di organico funzionale per i soli docenti, di cui 30 mila sul sostegno. Sulle nuove cattedre dell’organico funzionale sarà possibile assumere a tempo indeterminato e comunque nell’immediato dovranno essere coperte con contratti di durata triennale. Obiettivo: dare stabilità al personale e continuità all’azione didattica.
Il dl potenzia l’Invalsi, a cui assegna il compito di coordinare tutto il sistema di valutazione nazionale, con il supporto dell’agenzia per l’innovazione; assegna al ministero dell’istruzione il coordinamento dei percorsi degli istituti tecnici, professionali e di quelli regionali; sempre il dicastero potrà con decreto ridefinire gli organi di indirizzo e gestione degli Istituti tecnici superiore e prevedere un diverso peso del voto espresso dalle componenti delle fondazioni.
C’è poi la riforma del finanziamento delle scuole: nasce un fondo unico, quello per il funzionamento dell’istruzione scolastica statale, su cui saranno dirottate tutte le voci di bilancio delle scuole, anche quelle oggi gestite dal ministero o dalle direzioni regionali. Ogni istituto, a inizio anno, conoscerà la propria disponibilità e potrà programmare attività didattiche e contratti. Unificando tutti i rivoli in un solo canale che porta direttamente ai singoli istituti, il ministero conta di recuperare circa 250 milioni di euro, che porterebbero il fondo a superare i 900 milioni annui. Ogni istituto potrà spendere la propria quota senza vincoli di destinazione. Non è casuale dunque che il dl parli di «autonomia responsabile». Confermata infine anche l’indiscrezione di un piano nazionale per l’edilizia scolastica, approvato dal Cipe, con l’ingresso del project financing e il riutilizzo di beni del demanio, come le carceri (si veda ItaliaOggi di martedì scorso).