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La pensione “anticipata” riduce l’assegno. Molte domande, qualche risposta

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fonte aetnanet.org: La manovra Monti-Fornero ha mandato “in pensione” la pensione di anzianità, che è stata sostituita dalla “anticipata”. I requisiti, dal 2012,  per accedere al pensionamento anticipato (sull’età tabellare) sono 41 anni e 1 mese per le donne e 42 e 1 mese per gli uomini. Ma uscendo così dal mondo del lavoro senza avere raggiunto i 62 anni, si incorre in riduzioni dell’1% e del 2% e oltre.
Rimangono quindi due opzioni per andare in pensione:
1.    In modo “ordinario”: con almeno 66 anni di età per gli uomini e le dipendenti pubbliche ( e dal 2018 anche per le lavoratrici autonome e dipendenti private)
2.    In modo “anticipato”.
La riforma ha cancellato definitivamente non solo le pensioni di anzianità in base alle quote (somma di età e di almeno 35 anni contributivi), ma anche le “finestre mobili” che separavano la data di maturazione dei requisiti dalla concessione dell’assegno pensionistico.
Arrivano a questa redazione decine di mail di lettori. Per scelta editoriale si dà seguito a domande riguardanti il mondo della scuola e quindi ai lavoratori della conoscenza. Anche per quella serietà  e che professionalità mette al primo posto il rispetto dei tanti richiedenti che vicini già al traguardo dell’agognata pensione si sono visti “scippata” e messa oltre la linea di arrivo del periodo lavorativo.
Giovanni Sicali

D./  Emanuele N.: Sono un insegnante nato il 25/07/1947 ed il prossimo 04 febbraio completerò esattamente 35 anni di servizio effettivo. Dovevo andare in pensione (di vecchiaia) il primo settembre del 2012; adesso dovrò andare un anno dopo, quindi pensavo il primo settembre 2013. Ma poiché leggo che nel 2013 l’età per la pensione di vecchiaia sarà di 66 anni e tre mesi, io essendo nato il 25/07 compirei 66 anni e tre mesi il 25/10/2013, potrò andare o dovrò aspettare il primo settembre 2014 (andando così a 67anni e 36 giorni, ciò che mi sembrerebbe un’evidente ingiustizia per i lavoratori della scuola, considerato che l’età pensionabile di 67 anni, per tutti gli altri lavoratori è prevista per il 2022)?
R./Purtroppo la tabella pensionamento di vecchiaia per i maschi è uguale sia nel pubblico che nel privato: per il 2012, 13, 14, 15 si prevedono 66 anni e 3 mesi effettivi alla decorrenza. Quindi, siccome per gli insegnanti c’è una sola uscita al 1° settembre, vista la sua data di nascita dovrà aspettare quasi un anno…
Mi dispiace. Nei decreti attuativi potrebbe esserci qualche piccola agevolazione. Forse.

D./Nato nel 1969, assunto nell’aprile 1994 (a 24 anni di età). Come prima occupazione ho iniziato a riscattare la laurea dal giugno 2010 e tuttora sto pagando mensilmente la quota, usufruendo della possibilità della dilazione decennale. Il motivo per cui sto riscattando è dettato esclusivamente dalla possibilità di “recuperare”gli anni universitari e andare in pensione quattro anni prima. La domanda è: la riforma Monti mi consente di recuperare i quattro anni universitari o in ogni caso devo aspettare l’età anagrafica prevista dalla nuova legge?
R./Sì,dai dati forniti e sulla base dei requisiti di accesso previsti negli anni futuri, il riscatto degli anni di laurea permetteranno di maturare prima la pensione con44 e 8 mesi (anni di contributi previsti nel dicembre 2034) anziché l’età per la vecchia di 68 anni e 9 mesi previsti nel 2037.

D./Sono una lavoratrice del pubblico. Quali sono i nuovi requisiti per la pensione di vecchiaia?
R./ Nel 2012 le lavoratrici dipendenti della Pa potranno andare in pensione a 66 anni. Va comunque considerato il meccanismo di adeguamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di vita. Oltre a quello relativo all’età anagrafica, la pensione di vecchiaia avrà anche un requisito contributivo. In particolare, serve un’anzianità contributiva  di almeno vent’anni.

D./È vero che la manovra Monti incentiva la permanenza al lavoro fino settant’anni?
R./ Con la manovra Monti-Fornero l’età per la vecchiaia diventa un “requisito minimo”.L’obiettivo è quello di rendere più flessibile l’accesso al pensionamento. Il lavoratore potrà scegliere –fino a 70anni- il momento che ritiene più adatto per lasciare il lavoro. Chi decide di proseguire l’attività lavorativa si vedrà calcolata la pensione con l’applicazione dei coefficienti di trasformazione fino all’etàdi70anni (con adeguamenti alla speranza divita). Ciò costituisce un incentivo.

D./ Che cosa accade a chi ha raggiunto i requisiti per l’uscita prima del 31 dicembre 2011?
R./ La data del 31 dicembre 2011 è, in base alle nuove norme, risolutiva. Infatti la manovra Monti considera questa data come un vero e proprio spartiacque. Chi ha maturato i requisiti per la pensione con la previgente normativa – parliamo di 40 anni di contributi o quota 96 (per i dipendenti, 60anni di età anagrafica e 36 di contributi o 61 anni di età e 35dicontributi) o quota97 (per gli autonomi, 61 anni e 36 di contributi o 62 e35) – e chi, invece, non li ha raggiunti. Per questi ultimi scatta l’applicazione delle nuove regole che, di fatto, aboliscono la pensione di anzianità.

(a cura di Giovanni Sicali)
redazione@aetnanet.org

P.S.
“Quando sarò vecchio” è una delle ultime composizioni di Jovanotti:
Vi ha scritto quanto segue:

Quando sarò vecchio sarò vecchio
nessuno dovrà più venirmi a rompere i coglioni
Quello che avrò fatto l’avrò fatto
vorrò soltanto stare a ricordare i giorni buoni
Molti che conosco saran morti
sepolti sopra metri di irriconoscenza
Me ne starò vecchio a ricordare
che non ho ringraziato mai a sufficienza
Chi mi regalò qualche rima baciata
Chi mi ha fatto stare bene una serata
Chi mi ha raccontato qualche bella storia
anche se non era vera(…)
E poi magari un sabato di maggio
ad una stella chiederò un passaggio
E a tutti i prepotenti dirò ancora
Con me voi non l’avrete vinta mai!
E poi una domenica mattina
ancora sulla pelle il tuo profumo
a tutti i prepotenti dirò forte
Con me voi non l’avrete vinta mai!(…)

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