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Non è mai troppo tardi… per accorgersi dei docenti di III fascia

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ADIDA da orizzontescuola– Dopo l’insediamento del nuovo Ministro dell’Istruzione e la “scoperta” dei Decreti attuativi sui TFA firmati dalla Gelmini, nei quali, zelante, si è preoccupata di ribadire le inique scelte, già sovrabbondanti, contenute nel decreto sulla formazione iniziale, si riaccendono dibattito e polemiche sulla questione del precariato scolastico in cui spicca la questione “III fascia”. E sì, perché la III fascia è la spina nel fianco del MIUR, lo scheletro nell’armadio che evidenzia anni di cattiva gestione del sistema delle abilitazioni e di sfruttamento del precariato, straordinariamente evidenziato dall’assunzione di migliaia di docenti “non abilitati” per i quali la stabilizzazione era e rimane di fatto impossibile.

Immediatamente dopo la pubblicazione dei primi decreti attuativi sono state esposte, da parte di alcune sigle sindacali, le ragioni per le quali prevedere modifiche ad un progetto formativo che non può considerare docenti con servizio pluriennale al pari dei neolaureati. A nulla sono valse finora le rivendicazioni dell’unica associazione di categoria, l’Adida, che da subito ha denunciato le disparità, le violazioni e l’illogicità del progetto Gelmini, che senza valutare alcuna ipotesi alternativa ha stabilito che la prassi consolidata di decenni, l’utilizzo di risorse umane già formate, le indicazioni, i principi e la normativa europea (che impongono il riconoscimento della professionalità derivante dal servizio) siano questioni sulle quali “passare sopra” impunemente.

Le denunce, gli appelli, le valanghe di lettere e le migliaia di ricorsi proposti da Adida, tuttavia, sembra abbiano fatto breccia e non solo sono arrivati al MIUR che da luglio ha aperto un dialogo costruttivo con Adida per approfondire la questione della III fascia e individuare soluzioni ma, e lo confermano i numerosi articoli apparsi in questi giorni, nel “cuore” del mondo sindacale. E finalmente anche gli altri si sono accorti che i magistrali sono abilitati, che i TFA per i docenti con anni di servizio sono una contraddizione in termini, che le risorse umane non possono essere sprecate all’insegna dell’innovazione e del cambiamento.

Eppure queste rivendicazioni non sono nuove per Adida, rimasta sola in molte occasioni, bersagliata e contrastata, anche quando cercava sostegno e condivisione.

Non è tempo di recriminare, anche se non si comprende immediatamente la ragione di una così repentina e tardiva posizione a favore dei lavoratori della III fascia d’istituto che, nonostante le ripetute richieste d’aiuto, sono rimasti soli ad autorappresentarsi, per non rischiare di essere inghiottiti dall’oblio dei sindacati.

Ma poco importa adesso e, nel prendere atto di questa “presa di coscienza”, non possiamo che essere soddisfatti, e in qualche modo orgogliosi, di aver combattuto a testa alta anche da soli, convinti da sempre che la convergenza amplifica e potenzia la possibilità di ottenere risposte e soluzioni dopo anni di ingiustizie e disparità.

In questa situazione di fermento, Adida, ci preme sottolinearlo, continuerà a perseguire i propri obiettivi con la stessa determinazione di sempre, mantenendo la propria specificità e la propria indipendenza, ma in questo percorso sarà sempre disponibile ed aperta ad un confronto con quelle organizzazioni che con la stessa determinazione, non per facciata, si batteranno per docenti di III fascia.

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