Si sono guardati intorno, si sono voltati verso i banchi del governo, dove stavano fino all’altra settimana e dove ora siedono i componenti del nuovo esecutivo, poi hanno cercato una sistemazione. Spaesati a scuola. Fortuna che c’erano i commessi della Camera. Primo giorno da ex per i ministri del governo guidato da Silvio Berlusconi. Lui, il capo, è andato a colpo sicuro: parte centrale dell’emiciclo riservato al Pdl, seduto tra il capogruppo Fabrizio Cicchitto e il segretario Alfano. Più in là l’ex sottosegretario Laura Ravetto, con giacca bianca e non in nero come le colleghe un po’ più tristi per la fine dell’avventura. Tutti mischiati tra i peones del partito, magari senza azzeccare subito il posto, presenti (Bossi e Maroni nella Lega), ma con lo sguardo ancora al tavolo lasciato.
La rossa Michela Vittoria Brambilla, ex ministro del Turismo, non trovava il suo banco. Avrebbe voluto stare accanto alla collega di governo Stefania Prestigiacomo e dopo avere a lungo indugiato in piedi all’ingresso dell’Aula è salita su fino alla penultima fila per sistemarsi vicino a Marco Marsilio, Antonio Palmieri e all’ex titolare dell’Ambiente. Ma è durato poco. «Scusa, ma qui ci sono io», pare che le abbia detto il legittimo proprietario. E la “rossa” è uscita dal retro per ricomparire più tardi, al momento del voto, nel posto a lei assegnato da inizio legislatura: sesta fila tutta laterale accanto a Niccolò Ghedini. Per vedere l’amica Stefania ogni volta è un principio di torcicollo, ma fa niente. Di fianco alla Brambilla dovrebbe esserci l’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, il quale però non ci pensa proprio ad andare fin lassù, infatti ieri se n’è stato tranquillo in prima fila: ottima visuale e via di fuga assicurata per uno, come lui, velocissimo e puntuale. Brunetta era in pole position per vedere il nuovo governo insieme all’ex sottosegretario Paolo Bonaiuti, a Filippo Ascierto e Giorgio Stracquadanio.
Giulio Tremonti, ex numero uno di viale XX Settembre, è entrato dopo Berlusconi e si è accomodato nella fila davanti al Cav, la stessa di Nunzia Di Girolamo e Denis Verdini, in realtà sfrattando Enrico La Loggia. Il quale, per tutta risposta, gli si è messo accanto sul bracciolo. Tremonti non si spostava L’altro neppure. Tra ex premier ed ex ministro dell’Economia una veloce stretta di mano. Niente con l’ex braccio destro Milanese. I maligni hanno fatto notare che il posto di Tremonti era occupato da Alfonso Papa. Per l’ex titolare della Farnesina, Franco Frattini, sistemazione al terzultima fila le belle Paola Pelino e Gabriella Giammanco. Dietro, quasi in tribuna, c’è l’ex sottosegretario Crosetto, che però con la sua altezza rischia di oscurare mara Carfagna. A lei, a Giorgia Meloni e a Raffaele Fitto è andata peggio: ultimissima fila in cima alla tribuna. Idem per Stefania Craxi.
Chissà se è solo un caso, ma Ignazio La Russa, già titolare della Difesa, si è ritrovato vicino tutti ex An: il vicecapogruppo Massimo Corsaro, Barbara Saltamartini, Paola Frassinetti, Vincenzo Piso. I viceministri tra i Responsabili sono tornati dov’erano prima, vicino a Scilipoti e agli altri. E lassù nella compagine di Popolo e Territorio, è tornato pure Saverio Romano, con i fedelissimi del Pid. Gelmini, Bernini e Paolo Romani sono invece in posizione centrale, appena sopra gli scajoliani. Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non è deputato e si è seguito tutta la scena dalla tribuna stampa accanto a Franco Carraro.
(da http://www.libero-news.it)