Contro la re-istituzione del “maestro unico” nella scuola primaria,
operata dall’ormai famigerata Legge 133/2008, a lungo si è lottato e si
continua a farlo: sappiamo fin troppo bene, infatti, cosa abbia
significato lo smantellamento del modulo sia per la qualità di un ordine di
scuola che poteva vantare di occupare i primi posti delle “classifiche
europee” per qualità ed efficacia, sia per i precari (e non solo) della
scuola che per interi decenni hanno consentito il corretto funzionamento
delle scuole, garantendone l’ efficienza. Nella 133/2008, però, c’era
di più: nella scuola primaria l’insegnamento della lingua straniera
(leggi lingua inglese) è assicurato da maestri provvisti di titolo
specifico: possono farlo come “specializzati” (in questo caso lo
insegnano solo nelle classi loro assegnate), oppure come “specialisti”
(in questo caso lo insegnano in più classi). Per ciò che concerne la
questione dell’insegnamento della lingua inglese, la 133/2008 ha puntato
sull’eliminazione degli insegnanti “specialisti”, affidando
l’insegnamento di tale disciplina ai maestri “specializzati”. E se il
maestro di ruolo non possiede l’abilitazione o l’idoneità
all’insegnamento dell’inglese ma di un’altra lingua o non ne possiede
affatto? Poco male, lo schema di piano programmatico attuativo dei tagli
previsti dalla legge 133/2008 ha previsto un piano di formazione linguistica
obbligatoria rivolto a tali docenti. Tralasciando, per il momento, la
questione dell’obbligatorietà della partecipazione alla formazione, i
tecnicismi, e la maniera più che discutibile in cui è gestita tale
formazione, nonché la validità stessa di questi mini-corsi, vogliamo porre
l’accento sull’ennesima ingiustizia perpetrata ai danni dei precari
della scuola.
Il DM 131/2007, infatti, che attualmente regola il conferimento delle
supplenze, all’articolo 7 (comma 8), prevede che “le supplenze da
disporsi sui posti di scuola primaria i cui titolari provvedono
all’insegnamento di una lingua straniera, sono conferite, ai candidati che
nei concorsi per esami e titoli per l’accesso all’insegnamento nella
scuola primaria sono stati inclusi nella graduatoria di merito e hanno
superato la prova facoltativa di accertamento della conoscenza della
corrispondente lingua straniera, ai candidati che hanno superato la medesima
prova nelle sessioni riservate di esami per il conseguimento
dell’idoneità all’insegnamento nella scuola primaria, agli aspiranti
forniti del titolo di laurea di Scienze della formazione primaria, in
relazione agli esami di lingua straniera previsti nel piano di studi,
ovvero, a coloro che, inclusi nella relativa graduatoria di scuola primaria,
siano anche in possesso di titolo valido per l’insegnamento della lingua
straniera nella scuola secondaria di 1° grado ovvero di 2° grado”.
Sui posti di scuola primaria, quindi, le supplenze di circolo e di istituto
sono conferite solo ad aspiranti in possesso anche dell’ idoneità per
l’ insegnamento della lingua straniera (se i titolari che sostituiscono ne
provvedono all’insegnamento). E se il maestro precario non possiede
abilitazione o idoneità all’insegnamento dell’inglese ma la possiede di
un’altra lingua o non ne possiede affatto? È completamente tagliato fuori
dall’attribuzione delle supplenze, perché non potrebbe sostituire il
docente di ruolo assente in tutte le sue funzioni. I maestri precari
sprovvisti di tale idoneità si ritrovano in quest’assurda situazione
perché non è consentito loro di partecipare al piano di formazione
linguistica, “obbligatoria” per il personale di ruolo: sono discriminati
perché hanno superato una prova facoltativa di lingua diversa
dall’inglese (tale prova, sottolineiamo, non era obbligatoria e consentiva
di scegliere una lingua straniera fra quattro opzionali, in vista
dell’attivazione del bilinguismo nella scuola primaria) nel concorso
ordinario o nei concorsi riservati. Nessuna legge aveva mai previsto che la
lingua straniera in cui conseguire l’idoneità dovesse essere l’inglese,
e così molti insegnanti di scuola primaria, ad oggi, sono in possesso di
idoneità all’insegnamento di altra lingua straniera e, pur richiedendo a
gran forza l’accesso ai corsi di formazione per la lingua inglese, è
negato loro il diritto alla formazione in quanto precari.
L’ Usb Scuola Sicilia chiede con forza la modifica del regolamento delle
supplenze ed inoltre ritiene fondamentale il ritorno al modulo per garantire
efficienza, competenza e qualità ad un ordine di scuola ormai abbandonato
all’ “ignoranza unica” di chi l’ha distrutto con una scellerata
contro-riforma.
Usb Scuola Sicilia