Su tutta la partita però incombe il ricorso alla Corte costituzionale contro la legge 111 dello scorso luglio. La Sicilia è una delle sette Regioni che si sono rivolte all’Alta corte per conflitto di competenza. La manovra finanziaria dello scorso mese di luglio ha infatti stabilito la sostituzione delle direzioni didattiche e delle scuole medie con istituti comprensivi di scuola dell’infanzia, primaria e di primo grado. Ma la competenza sulla rete scolastica è delle Regioni. Per Centorrino l’evoluzione della popolazione scolastica «in questi ultimi anni e l’analisi delle diverse realtà territoriali presentano determinati aspetti che impongono interventi di razionalizzazione e dimensionamento in grado di garantire apprezzabili livelli qualitativi del servizio scolastico». Tenendo conto delle «ultime disposizioni per la stabilizzazione finanziaria». Sono centinaia le scuole dell’Isola interessate al dimensionamento. Più del 20 per cento degli istituti siciliani — 249 su 1.149 — ha un numero di alunni inferiore a cinquecento; 39 ne hanno addirittura meno di trecento. Queste scuole rischiano di essere smembrate, e le relative sedi accorpate a istituti più popolati. Inoltre, per effetto dell’accorpamento delle scuole medie e delle direzioni didattiche — secondo quanto stabilito dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti — spariranno almeno 150 istituti autonomi: anche questi verranno smembrati e riaccorpati. Alcune realtà, invece, risultano sovradimensionate. «Questi dati — dice Centorrino — evidenziano una difficoltà di gestione di scuole con numero di alunni distante dai parametri ottimali». In Sicilia sono 18 le scuole superiori che rischiano di essere sdoppiate. Una legge regionale del 2000 individua la popolazione scolastica di riferimento per una gestione ottimale della scuola tra le 500 e le 900 unità. E solo a Palermo esistono nove istituti con popolazione scolastica superiore a 1.400 alunni che, «ove possibile e previa delibera di assunzione degli oneri da parte dell’ente locale competente», rischiano lo sdoppiamento.