Trentamila assunzioni a tempo indeterminato. E altrettanti docenti precari che riusciranno a raggiungere un traguardo agognato da tempo. A giorni il ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe fornire le cifre definitive e soprattutto la ripartizione di queste decine di migliaia di assunzioni, frutto di un accordo raggiunto alcune settimane fa tra i ministeri della Pubblica Istruzione, della Funzione pubblica e i sindacati di categoria. Ma a giorni è atteso anche il primo bando sui nuovi corsi abilitanti che dovrebbero dare avvio al nuovo percorso di formazione dei futuri docenti. Un passaggio atteso, quanto temuto, visto che nelle scorse settimane dal ministero di viale Trastevere sono state ipotizzate cifre sul fabbisogno futuro di docenti davvero esigue: poco meno di 9mila insegnanti in tutta Italia.
Se si pensa che solo i precari superano le 200mila unità e altre decine di migliaia sono i giovani che hanno concluso il percorso di formazione, ma sono ancora privi dell’abilitazione (requisito indispensabile per entrare a pieno titolo nell’insegnamento), parlare di 9mila posti è davvero una goccia nel mare. Ma anche le trentamila assunzioni di docenti nel nuovo anno scolastico (a cui se ne aggiungeranno altre 37mila per il personale Ata, cioè il personale amministrativo, tecnico e ausiliare) sembrano destinate a risolvere solo una piccola parte del precariato. E anche con molti malumori. A destare le maggiori preoccupazioni sono le graduatorie presso ogni ufficio provinciale. Dovrebbero essere a esaurimento, ma i trasferimenti da una provincia all’altra comportano modifiche e variazioni, creando di fatto una sorta di «guerra» tra precari, che si vedono magari sorpassati in graduatoria dai nuovi arrivati da altre province.
Una situazione complicata, ancora di più dopo la bocciatura della Corte Costituzionale (nell’aprile scorso) subita dalla decisione di prevedere per il solo biennio 2009/2011 l’inserimento in coda della graduatoria per i docenti che facevano richiesta di iscrizione in un’altra provincia. Insomma un agosto tutt’altro che tranquillo per il corpo docente e che lascia perplessi sulla reale possibilità di iniziare sin dal primo giorno di lezione con tutti i posti cattedra coperti. Una situazione che preoccupa anche le migliaia di giovani che aspirano a iniziare la carriera docente. Molti hanno concluso il proprio percorso di studi, ma non hanno conseguito alcuna abilitazione. Per loro dovrebbe arrivare un percorso transitorio per permettere loro di raggiungere almeno l’abilitazione, ma sul posto in cattedra non esistono sicurezze.
Peggio ancora per chi è all’inizio di questo percorso. Molto dipenderà appunto dai numeri previsti dal primo bando atteso dal ministero della Pubblica Istruzione. Il vero rischio è che una gran parte di questa generazione di aspiranti docenti lo resti soltanto sulla carta. Una prospettiva preoccupante per una scuola che ha un corpo docente sempre più anziano.
(di Enrico Lenzi da Avvenire)