Tagli pesanti in campo previdenziale con una forte riduzione dei diritti per le lavoratrici e per i lavoratori dei comparti della Conoscenza.
La manovra finanziaria approvata senza indugi dal governo per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014 e per rassicurare i mercati finanziari, peserà ancora una volta sui ceti medio bassi che dovranno subire come sempre scelte inique e socialmente ingiuste.
Il paradosso è che il tanto atteso sviluppo del Paese con questa manovra non solo non ci sarà ma rischia di allontanarsi perché anche gli Enti Locali, stremati dai tagli dovranno intervenire pesantemente nelle tasche dei lavoratori. Quelli che pagano le tasse.
I lavoratori dei nostri comparti subiranno sul piano previdenziale l’ennesima modifica dei parametri di pensionamento. Infatti, l’articolo 12 della legge 122/2010 aveva già introdotto un adeguamento automatico dei requisiti anagrafici dal 2015, per il conseguimento della pensione di anzianità e di vecchiaia in ragione dell’incremento della speranza di vita.
La legge 111/2011 lo anticipa al 2013, mentre i successivi adeguamenti avranno una cadenza triennale.
L’innalzamento riguarda tutti i lavoratori e le lavoratrici dipendenti del pubblico e del privato, con alcune differenze per quanto riguarda le finestre di uscita del comparto della scuola statale e dell’AFAM.
Le variazioni incideranno sia sulle pensioni di anzianità che di vecchiaia, tanto nel sistema retributivo che in quello contributivo.
Le tabelle in allegato riportano i requisiti per il diritto alla pensione dei lavoratori e delle lavoratrici dei comparti della Conoscenza.