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Graduatorie ad esaurimento, “occhio” alle autodichiarazioni

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A Torino, in occasione della pubblicazione delle graduatorie ad esaurimento per il biennio 2009/2011, 17 docenti, 12 dei quali nati a Torino, sono stati depennati dalla graduatoria a seguito di accertamenti sulla veridicità delle dichiarazioni rese.

A quanto pare, ormai i precari della scuola stanno attenti, molto attenti, anche perché i controlli del Miur sulle graduatorie sono sporadici, per non dire quasi inesistenti.

Gli inserimenti a pettine su tutto il territorio italiano, infatti, stanno dando i loro “frutti”. Maria Grazia, 36 anni, insegnante precaria alle scuole elementari modenesi, era prima nella graduatoria per un contratto a tempo indeterminato, prima nella graduatoria a tempo determinato.
Poi, c’è stato il rinnovo delle graduatorie. Et voilà: si è ritrovata al 28esimo posto in entrambe le graduatorie, superata da docenti arrivati da Napoli, Messina, Brindisi, Palermo, Catania, Sassari, Reggio Calabria, Caserta… Il bello è che tutti questi aspiranti hanno punteggi altissimi rispetto al suo, grazie alle autodichiarazioni. I modenesi in graduatoria da anni poco alla volta l’hanno scalata per poi ritrovarsi giù, giù, senza possibilità di immissione in ruolo.
Lo stesso è accaduto a Roma, città preferita, come abbiamo sottolineato in un precedente articolo, da coloro che hanno deciso di cambiare provincia. Ma i docenti “romani de Roma” non ci stanno e hanno deciso di rivolgersi al senatore leghista Pittoni, guarda caso proprio colui che, per tutelare i docenti settentrionali, aveva (inutilmente) proposto un bonus di 40 punti per coloro che rinunciavano a cambiare provincia.
In sostanza si chiede di effettuare un controllo rigoroso e a tappeto sulle documentazioni dei docenti trasferiti per accertare che i punteggi più elevati siano veritieri e non gonfiati.
Subito il Miur con la nota prot. 6121 del 21 luglio 2011 indirizzata ai Direttori Generali degli Uffici scolastici regionali invita gli Uffici periferici territoriali a predisporre i fascicoli personali dei docenti trasferiti e di consentirne l’accesso parte di altri docenti controinteressati, “predisponendo, ove occorra, piani di supporto per l’espletamento delle attività necessarie”.
Insomma, attenzione perché partono i controlli. Subito interviene l’Anief, fautrice dell’inserimento a pettine, sottolineando come “le istanze di accesso agli atti presentate ai sensi della Legge 241/1990 nel riguardare la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti devono necessariamente contenere la motivazione specifica, pena il diritto al rifiuto, al differimento o alla limitazione dell’accesso. Pertanto, viste anche le recenti segnalazione pervenuteci, si ritiene che la semplice richiesta di consultazione dei fascicoli dei docenti trasferiti da altre province da parte di contro interessati, nel rispetto anche della normativa sul trattamento dei dati personali (D.lgs. 196/2003), non possa avvenire sulla generica motivazione di un trasferimento consentito dalla normativa vigente (ex plurimis, Legge 106/2011)”.
Motivazione o non motivazione, una specifica sempre si troverà. Partono i controlli. Ma stranamente solo per chi si è trasferito di provincia. Gli altri, e qui sta il paradosso, possono dormire sonni tranquilli, dichiarazioni false o meno. La guerra non è più solo nord contro sud, adesso i romani sono contro i meridionali e addirittura i reggini contro i messinesi.

Per un posto di lavoro si fa anche questa meschina lotta tra poveri.

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